Sono 207 mila gli studenti sardi che questa mattina prenderanno posto sui banchi di scuola. Oggi il rientro ufficiale in aula ma in alcuni istituti, grazie all’autonomia dei dirigenti, i cancelli si sono aperti già lunedì.
Sono 27 mila i bambini che frequenteranno la scuola dell’infanzia, 64 mila quelli delle primarie, 41600 gli studenti delle medie e 74 mila quelli delle superiori: lezioni fino al 10 giugno nei 278 istituti distribuiti in tutta l’Isola.
Numeri precisi, quelli forniti in questi giorni dal Ministero dell’Istruzione a proposito di studenti e scuole, che fanno da contrappunto all’imponente caos di nomi, destinazioni e cattedre degli insegnanti. Pochi giorni fa la ministra Stefania Giannini ha annunciato l’immissione in ruolo in tutto il paese di 30mila docenti che hanno vinto l’ultimo concorso pubblico ma per occupare il tanto agognato posto dovranno attendere la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici: ci vorranno forse alcune settimane per assegnare le sedi definitive. Un’altra grana per il Ministero è il ricorso presentato da molti insegnanti bocciati al concorso: anche il Sardegna il Codacons sostiene l’azione collettiva da intraprendere davanti al Tar del Lazio.
Attesa anche per i docenti che nelle ultime settimane hanno presentato la domanda di mobilità per riavvicinarsi a casa: per sardi e siciliani, un accordo firmato dagli uffici scolastici e dai sindacati ha concesso di poter chiedere una cattedra di sostegno anche senza avere l’abilitazione. Nell’Isola solo la provincia di Oristano ha pubblicato le graduatorie di mobilità, mentre quelle di Cagliari, Nuoro e Sassari non sono ancora pronte. Tra i Sardi che sperano di tornare a casa dopo aver vinto una cattedra lontano c’è chi ha iniziato le lezioni, ha preso una casa in affitto e programmato le attività per l’anno scolastico ma potrebbe essere richiamato a Cagliari anche nel giro di pochi giorni. In entrambi i casi, insegnanti che vengono immessi in ruolo o insegnanti che attendono di cambiare sede, le pratiche non sono ancora chiuse e molte cattedre non sono ancora assegnate. Chi ci rimetterà, in primis, saranno i ragazzini che vivranno i primi mesi tra supplenze e lezioni a singhiozzo.
L’anno scolastico 2016/2017, il primo a pieno regime con la riforma prevista dalla legge 107/2015 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione” nota come ‘La Buona scuola’, non parte dunque sotto i migliori auspici. Aggiungiamo pure che la riforma ha lasciato dietro di sé una scia di polemiche legate soprattutto al trasferimento di molti sardi al nord Italia, alle assunzioni tramite chiamata diretta dal dirigente, ai tanti precari ancora in circolazione e ai dubbi sulla trasformazione in chiave aziendale della scuola pubblica e il quadro è completo.
Non va meglio sul fronte dell‘edilizia scolastica: a Goni ad esempio i genitori degli alunni di medie ed elementari hanno occupato l’istituto per protesta, il piano di dimensionamento scolastico regionale ha infatti cancellato la scuola per accorparla a quella di San Basilio. Quello di Goni non è l’unico edificio interessato dal sistema di razionalizzazione, e ci sono tanti istituti in tutta l’Isola che fanno i conti con lavori di manutenzione, trasferimenti di classi e aule inagibili.
Passano così in secondo piano le novità positive per studenti e docenti. I nati nel 1998 potranno usufruire del ‘bonus cultura’, un budget da 500 euro da investire in beni e servizi culturali: libri, ingressi ai musei, biglietti per cinema, teatri e concerti potranno essere acquistati tramite l’applicazione ’18app’ da scaricare su tablet e smartphone. La misura interessa mezzo milione di ragazzi in tutta Italia.
500 euro saranno disponibili ogni anno anche per gli insegnanti: la ‘carta elettronica’ prevista dalla riforma non è mai arrivata, in compenso possono spendere e avere indietro i soldi tramite rendicontazione da presentare entro il 15 ottobre. Libri e testi, periodici, biglietti per teatro, cinema, musei, mostre ed eventi culturali dal vivo, attrezzatura informatica e corsi di formazione tra gli acquisti consentiti.
Novità, questa non particolarmente gradita, anche sui dirigenti: sarà il primo anno in cui, per volere della riforma, saranno valutati in base al miglioramento del servizio scolastico, e in generale sulle competenze gestionali e organizzative, correttezza, trasparenza, efficacia, valorizzazione delle risorse umane e attenzione al successo formativo e scolastico dei ragazzi, apprezzamento del proprio operato all’interno della comunità professionale e sociale, direzione unitaria della scuola. Per loro è prevista una ‘retribuzione di risultato’.
Il bonus sui meriti è previsto anche per gli insegnanti che riceveranno una buona valutazione dal dirigente e da un comitato apposito. Per ora su valutazione e premi si sperimenta, in mezzo alle forti critiche dei sindacati che parlano di poca chiarezza e tanta confusione.
Francesca Mulas
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