Sciopero Cobas, i docenti precari in piazza a Cagliari: “Basta diseguaglianze e logiche di mercato”

Sit-in di una rappresentanza di docenti precari sotto il Consiglio regionale, nella cornice dello sciopero indetto dai Cobas per la giornata di oggi. Un delegazione di insegnanti che fanno riferimento agli organismi sindacali autonomi verrà ricevuta questa mattina in audizione nella commissione Istruzione dell’assemblea, ma prima Riccardo Berutti dell’associazione “Educazione senza prezzo” spiega alla ‘Dire’ cosa ha spinto i docenti a scendere in piazza per l’ennesima protesta: “Intanto segnaliamo il problema legato al quel ‘mercimonio’ istituzionalizzato che sono i percorsi abilitanti. Spesso hanno un costo non sostenibile da parte dei colleghi precari, di cui si dovrebbe far carico l’istituzione pubblica”. L’articolo 35 della nostra Costituzione, ricorda, “recita che è la Repubblica a farsi carico dell’elevazione professionale dei suoi lavoratori. Ebbene, crediamo che questi percorsi dovrebbero essere gratuiti e di qualità”.

In seconda istanza, sottolinea Berutti, “vogliamo protestare contro il decreto ministeriale 32, con cui si consegna nelle mani delle famiglie la scelta del docente di sostegno. Non è possibile pensare che i docenti vengano scelti come in un negozio, opzionati dalle famiglie- che pure sono una parte importantissima del processo educativo- bypassando le graduatorie”. Occorre per Berutti “ostacolare questo progetto ‘negoziale’, in cui- soprattutto nelle regioni come la Sardegna a forte depressione socio-economica- potrebbero verificarsi, e già stanno verificandosi, delle situazioni di clientelismo dove ci si aggioga alla volontà dei genitori, se non addirittura degli alunni”.

Quindi Ornella Demuru di “Precari sardi in cattedra”: “Nel 2023 il Consiglio regionale sardo votò all’unanimità una legge che permetteva di usare risorse del bilancio regionale per pagare i dirigenti scolastici, per evitare gli accorpamenti e tenere in piedi i vari presidi dell’isola. Ebbene, quel provvedimento venne bocciato dalla Corte costituzionale, e questo è infatti un problema di natura giuridica: noi non abbiamo norme di attuazione in materia di istruzione”. Prosegue la docente: “Siamo una Regione a statuto speciale che prevede di poter provvedere a tante criticità attraverso il nostro bilancio, attraverso le tasse dei nostri stipendi. Ma le norme di attuazione vanno avviate dal Consiglio regionale”.

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