Nel 2012 i sardi hanno raccolto oltre 190mila tonnellate di scarti organici dimostrandosi più virtuosi rispetto al passato nella raccolta differenziata. Così risulta dal Primo Rapporto compost voluto dal nuovo assessore all’Ambiente Donatella Spano. La quota di frazione organica raccolta rappresenta il 25 per cento dei rifiuti totali e il 52 per cento della spazzatura separata nelle case. Infine: il 96,5 per cento degli scarti alimentari è stato raccolto nei 13 impianti che si contano nell’Isola, pari a un più 11 per cento rispetto al 2011. Ma dal Rapporto emerge soprattutto un dato: dal 2005 al 2012 sono diminuite le tonnellate di rifiuti indifferenziati raccolte: da 788mila a 388mila. Nello stesso periodo è salita invece la quota di differenziata, passata da 86mila a 366mila.
“La nostra Regione – ha spiegato la Spano – si è distinta in questi anni per la raccolta. Coerentemente con il piano dei rifiuti abbiamo cercato di coprire tutta la filiera sino alla possibilità di trattamento e riutilizzo dei rifiuti con la valorizzazione del prodotto in modo da portare ulteriore reddito sfruttando gli scarti organici soprattutto nel settore primario. In particolare, il 72 per cento del compost viene impiegato in agricoltura e il 22 per cento nel settore florovivaistico. Il materiale sfuso viene venduto a un prezzo che oscilla fra i 5 e i 20 euro a tonnellata e ha un marchio locale, denominato Compost Sardegna. Dei 13 impianti che attualmente risultano in esercizio, tre sono privati. “L’ecocompatibilita – ha concluso l’assessore regionale – può creare ulteriore reddito: questa è la linea su cui ci muoviamo”.