Scartata dal lavoro nel locale perché trans. La denuncia di Martina: “Discriminata”

Manuel Scordo

“Non è la prima volta che mi capita una cosa del genere, sono pronta a ricevere porte in faccia, non solo dal punto di vista lavorativo”. Così a Sardinia Post, Martina Floris, una 21enne di Cagliari transgender che ha scelto Facebook per denunciare l’ennesimo torto: “Sono stata scartata dal lavoro al bar perché transgender, ma è una cosa che non mi stupisce – spiega -, sono cose che mi capitano e capitano a tante mia amiche anche in strada, in palestra e in altri luoghi. Pensavo non mi avessero scelto perché non ero brava, ma invece non è andata così”.

Martina Floris ha scritto un lungo post su Facebook per raccontare quanto le è accaduto. “Qualche settimana fa una mia cara amica mi ha proposto di fare una prova nel locale dove lei attualmente lavora, un locale che fa aperitivi al centro di Cagliari, non posso citare il nome per ovvi motivi – scrive sul social network -. Io ovviamente accetto, chiedendole diverse volte se avesse per caso specificato al proprietario che io sono una ragazza transgender”.

Spiega Martina: “Lei mi dice ‘stai tranquilla’, lo sanno e non è un problema perché sono tutti aperti mentalmente, ti troverai benissimo”. Ma le cose vanno in maniera diversa. “Io vado a fare la prova con il mio miglior sorriso – racconta – va tutto ok, piaccio e loro piacciono a me. Fatto sta che non vengo ricontattata”.

Il racconto prosegue: “Passano due settimane e decido di chiedere a questa mia amica il perché – prosegue Martina -. Lei ammette a malincuore che io non sono stata assunta non perché non sia piaciuta lavorativamente, ma perché donna trans”. Ma non solo, l’amica le dice anche che “sono arrivate delle lamentele da parte dei clienti quindi il proprietario ha deciso di non chiamarmi”.

Martina si lascia poi andare a un commento amaro: “Sapete cosa mi dispiace – sottolinea – che un’altra volta, nel 2023, sia stata più forte la paura di perdere clienti per il pregiudizio che il bisogno di personale in gamba”. Poi aggiunge: “Non voglio mai più sentire che le donne trans sono tutte prostitute – evidenzia -, molte scelgono di fare quel mestiere, altre (come me) no. Altre ancora sono spinte a farlo per campare perché la società non le fa lavorare”.

Nonostante l’amarezza per quanto accaduto Martina non vuole indicare il nome del locale. “Non voglio danneggiare nessuno, non è quello il mio interesse, non è lo spirito che mi ha spinto a denunciare quanto accaduto, vorrei solo che episodi del genere non capitino più”.

Manuel Scordo

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