Un blitz per dire “no” all’incuria e al degrado. Domani alle 18 decine di sassaresi si ritroveranno davanti alla palestra del Coni di via Corradduzza, abbandonata da anni, per compiere un gesto significativo: armati di cacciavite, porteranno via la targa posta accanto al portone d’ingresso. Quella targa porta il nome di un grande atleta, il pallavolista Pier Paolo Peru, scomparso nel 2002 a 44 anni. E per gli ideatori dell’iniziativa, in gran parte appassionati di volley, è inaccettabile vedere il nome di un ex azzurro sulla facciata di un rudere. Ecco perché domani saranno in molti a sostenere questa azione, dolorosa ma necessaria per attirare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica e per cercare una soluzione che consenta la ristrutturazione e la riapertura dell’impianto.
LE FOTO
L’iniziativa è nata su Facebook, grazie al gruppo “Riapriamo la palestra Coni di Sassari“, che oggi conta oltre 1500 iscritti, tra cui il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e il sindaco di Sassari, Nicola Sanna. Quello di Pier Paolo Peru non è l’unico nome celebre che ha calcato il pavimento della struttura di via Coradduzza, a pochi passi dallo stadio comunale “Vanni Sanna”. In mezzo secolo di vita, sono tantissimi gli atleti e le società sportive, tra cui la celebre Silvio Pellico volley e la stessa Dinamo basket, che hanno segnato i primi passi e i più importanti successi tra le mura di via Corradduzza. Una storia dorata che rende ancora più forte il contrasto con lo stato di completo abbandono in cui si trova l’edificio: muri scrostati, soffitti pericolanti, umidità e muffa ovunque.
La palestra venne realizzata negli anni Cinquanta dal Comitato olimpico nazionale in un’area messa a disposizione dalla Torres: la società, proprietaria dello stadio e di tutti gli spazi circostanti, offrì gratuitamente al Coni un terreno vicino all’accesso allo stadio per edificarla. In cambio, la Sef Torres ottenne la gestione dell’impianto, mentre il Comune si impegnò a svolgere i lavori di manutenzione. Poi, a metà negli anni Settanta, i debiti societari costrinsero la Torres a disfarsi della struttura. L’impianto continuò a rimanere aperto fino a qualche anno fa, quando si andò incontro alla chiusura definitiva. Due anni fa il Comune disse di essere disposto ad acquistare l’impianto, ma il Coni chiese 800 mila euro. Decisamente troppi, rispose Palazzo Ducale, per una struttura bisognosa di ristrutturazione.
Michele Spanu
@MicheleSpanu84 on Twitter