Sassari, prelievo di fegato da donatore a cuore fermo: un passo avanti per la rete trapianti sarda

Un traguardo importante per la sanità sarda è stato raggiunto il 14 giugno, quando presso l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari è stato eseguito un prelievo di fegato da donatore a cuore fermo. Il gesto generoso di un paziente, deceduto nel reparto di Terapia intensiva dell’Ospedale Santissima Annunziata, ha reso possibile questo intervento complesso e altamente specialistico.

L’operazione rappresenta un successo frutto della collaborazione tra diverse strutture e competenze, a conferma dell’efficacia del modello organizzativo adottato dalla rete trapiantologica regionale. Il prelievo è stato condotto grazie all’impegno coordinato del team della Terapia Intensiva e del Coordinamento locale dell’Aou di Sassari, in sinergia con la Struttura complessa di Cardiochirurgia dell’Arnas G. Brotzu di Cagliari, supportata dal proprio Coordinamento Trapianti. L’intero processo si è svolto sotto la regia del Centro regionale trapianti e in raccordo con il Centro nazionale trapianti.

La particolarità della procedura risiede nel tipo di donazione: il prelievo è avvenuto dopo l’accertamento della morte secondo criteri cardiologici, con certificazione tramite elettrocardiogramma, a seguito di 20 minuti di assenza di attività cardiaca, come stabilito dalla normativa italiana. Si tratta della cosiddetta donazione a cuore fermo controllata, una modalità più complessa rispetto al prelievo da donatore in morte cerebrale, ma in espansione, capace di offrire nuove possibilità terapeutiche a chi è in lista d’attesa per un trapianto.

Determinante per la riuscita dell’intervento è stato il lavoro sinergico dei professionisti coinvolti: rianimatori, cardiochirurghi, perfusionisti e operatori del coordinamento trapianti. Hanno avuto un ruolo centrale la coordinatrice locale dell’Aou di Sassari, Paola Murgia, il direttore della Terapia Intensiva del Santissima Annunziata, Leonardo Bianciardi, e il team dell’Arnas G. Brotzu, guidato dal commissario straordinario Maurizio Marcias. Fondamentale anche il contributo di Antonio Manti, responsabile del Coordinamento Trapianti dell’Arnas, di Emiliano Cirio, direttore della Cardiochirurgia, e del perfusionista Salvatore Di Lallo, che hanno eseguito le delicate fasi tecniche della procedura. L’intervento è stato coordinato dal Centro regionale trapianti, diretto da Lorenzo D’Antonio, con il supporto operativo della dottoressa Francesca Zorcolo, responsabile della Centrale operativa regionale.

La Sardegna ha avviato ufficialmente l’attività di donazione a cuore fermo nel 2024, al termine di un articolato percorso promosso dall’assessorato alla Sanità della Regione. Il progetto, guidato dal Centro regionale trapianti, ha coinvolto numerosi professionisti attraverso un tavolo tecnico multidisciplinare che ha portato all’elaborazione del protocollo regionale per la donazione a cuore fermo controllato, approvato con delibera della Giunta Regionale.

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