Questa mattina gli studenti e le studentesse dell’Università di Sassari hanno trovato appeso fuori dalle aule uno striscione che recita: “Non si può morire di università contro un merito che ci uccide”. È l’azione dimostrativa che l’associazione e le/i rappresentanti dell’Unione degli Universitari di Sassari hanno messo in pratica in seguito alla drammatica notizia della studentessa della Iulm di Milano che si è tolta la vita all’interno dei locali dell’università.
“Secondo quanto lasciato scritto in un biglietto – scrivono gli studenti dell’Ateneo sassarese – non sopportava di aver fallito per non aver passato degli esami. Si tratta dell’ultima vittima di una società che ha deciso di improntarsi sempre di più a un sistema di meritocrazia e performatività, costituendo un fenomeno di competizione studentesco senza precedenti.
Gli studenti hanno poi protestato perché è stato sospeso lo sportello di ascolto e supporto psicologico: “Fino a poco tempo fa lo sportello di ascolto era gestito da delle e dei professionisti del settore. Tuttavia, ora l’Ateneo presta poca importanza al servizio che è momentaneamente sospeso, e anche quest’anno ha deciso di proseguire la collaborazione con la Diocesi sassarese con incontri per studentesse e studenti in difficoltà, con la possibilità di “vivere il sacramento della Confessione”. All’Università di Sassari vorremmo dire: non ci serve l’assoluzione, ci serve lo psicologo!”