Sassari, il “caso” della scuola San Donato montato sull’effetto Rozzano

Tra la parrocchia e la scuola, entrambe dedicate a San Donato, ci sono poche centinaia di metri. Nel mezzo, in uno dei tanti vicoli del centro storico di Sassari, è possibile trovare bambini di diverse provenienze etniche e religiose che ogni pomeriggio giocano insieme a pallone. Per loro l’unico problema è dover scegliere chi rimane in porta. Tutto il resto sono i soliti problemi dei grandi, incomprensibili. E ora che la bolla si è sgonfiata, anche i rappresentanti della diocesi e del circolo didattico sono arrivati a un punto d’accordo: le polemiche sulla mancata visita pastorale nella scuola di San Donato sono state alimentate artificialmente e, per giunta, con un ritardo di due settimane. Con il rischio di rovinare questo prezioso laboratorio di convivenza . Ieri sera Padre Paolo Atzei, l’arcivescovo di Sassari, ha sentito la preside Patrizia Mercuri per un chiarimento su quanto accaduto in occasione della visita del presule.  È stata una telefonata lunga e serena, e sembra che d’ora in poi verranno avviati progetti comuni per ricucire lo strappo. E se tra le due istituzioni sembra scoppiata la pace, con il passare delle ore si scopre che la risonanza mediatica del fatto è legata esclusivamente all’effetto Rozzano, il paesino del milanese dove il preside ha impedito ad alcune mamme di insegnare canti natalizi per non offendere la sensibilità dei bambini di altre religioni. Nel caso di Sassari, però, l’accostamento al Natale sembra fuori luogo. Anzi, fuori tempo, visto che la visita si è svolta a metà novembre.

La conferma arriva tra le righe di un editoriale pubblicato sul sito ufficiale dell’Arcidiocesi di Sassari. “Il fatto, accaduto in realtà oltre due settimane fa, e ritenuto già “superato”, è emerso in tutto il suo pericoloso potenziale mediatico solo nelle ultime ore – scrive l’autore dell’articolo, don Francesco Marroncheddu – sfuggendo, di fatto, sia all’Arcivescovo sia alla Dirigente scolastica, nessuno dei quali riteneva questo piccolo “corto circuito di comunicazione” fra i due “enti” un possibile ghiotto piatto per i media nazionali. Con tanto di politici e ideologi al seguito”.

Ne deriva una sonora bacchettata nei confronti di chi ha montato la polemica. Come il consigliere comunale Giancarlo Carta (Forza Italia), che è stato il primo a protestare pubblicamente per la mancata visita del vescovo. Non solo. Davanti alla scuola c’è stato anche un sit-in di esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, che hanno protestato esponendo cartelli con scritto “Io difendo le mie radici culturali: sì alla scuola aperta e ospitale, no alla scuola con muri ideologici”. Ma anche il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, non è rimasto immune dalle polemiche, a causa di alcune dichiarazioni a caldo contro l’operato della preside. IMG-20151202-WA0004

Ma cosa è accaduto veramente? Sembra che da parte della dirigente non ci sia stato alcun rifiuto all’incontro dei bambini con il vescovo. Tutto nasce da una comunicazione sulla visita pastorale del vescovo arrivata all’ultimo momento e tramite il parroco del quartiere, senza dettagli tecnici sugli obiettivi e sulle modalità dell’incontro. La preside a quel punto propone come sede dell’incontro la chiesa del quartiere, che dista poche centinaia di metri dalla scuola. La proposta, però, non si realizza a causa delle difficoltà legata a questa soluzione: la divisione delle classi tra cattolici e non cattolici e, soprattutto, l’impossibilità per i docenti di essere presenti in due luoghi diversi. Le proteste sono nate soltanto diversi giorni dopo quando due mamme, sulla scia di quanto accaduto a Rozzano, hanno segnalato l'”incidente diplomatico” al consigliere comunale Giancarlo Carta.

La bolla si è sgonfiata rapidamente. Oggi le due realtà, Chiesa e San Donato, continuano a collaborare come ogni giorno. Dalla mancata visita nascerà un tavolo di confronto aperto a docenti e genitori, per provare a risolvere i problemi del popoloso quartiere che sorge nel cuore del centro storico di Sassari. La scuola di San Donato, d’altra parte, è abituata a dialogare con tutti: è stata menzionate fra le prime 15 scuole europee fondate sull’integrazione: quest’anno gli alunni di varie nazionalità e non cattolici che frequentano sono quasi la metà perfetta, 122 su 250. La Chiesa, da parte sua, ha svolto diversi progetti educativi nella scuola tramite la Caritas diocesana. L’ultimo si è svolto appena un anno fa e proponeva l’obiettivo dell’educazione alla convivenza e alla pace tramite le festività: il Natale per i cristiani, la fine del Ramadan per i musulmani e il Capodanno per i cinesi.

Michele Spanu

@MicheleSpanu84 on Twitter

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