Sassari, con la Riforma sanitaria fine delle ostilità tra Asl e Azienda mista

L’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, l’ha presentata come una “rivoluzione copernicana”. Archiviata l’iperbole, la proposta di accorpamento tra l’Asl e l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari avrà sicuramente delle ripercussioni importanti. In primo luogo, la vera novità riguarda la fine delle ostilità tra l’ospedale Santissima Annunziata e le Cliniche Universitarie di Sassari: due realtà che pur operando nello stesso settore (e a pochi metri l’una dall’altra) sembravano vivere su due pianeti diversi. Due direttori generali, due dirigenti amministrativi, due dirigenti sanitari. Tagliamo corto: il doppio delle poltrone.

Una situazione che in tempo di riduzione della spesa sembrava assurda: ecco perché la giunta Pigliaru, subito dopo l’insediamento, si è messa al lavoro per dare una bella sforbiciata. L’assessore Arru preferisce usare la parola “razionalizzazione”. E dice: “La sanità funziona bene quando entra a far parte di un sistema. In quest’ottica – dice – abbiamo pensato di intervenire a Sassari perché pensiamo che la città meriti una sanità di eccellenza. Ora il nostro compito sarà fare in modo che l’accorpamento tra queste due realtà vada in porto riuscendo a garantire da un lato i servizi al cittadino e dall’altra parte permettendo all’Università di Sassari di fare ricerca e didattica. Per questo motivo siamo impegnati in un dialogo costante con i vertici dell’Ateneo”.

Una volta che la riforma entrerà a regime, le strutture del Santissima Annunziata saranno gestite direttamente dall’Azienda ospedaliero universitaria e non più dalla Asl. Questo significa – si spera – la fine di sprechi e inutili doppioni, non solo tra i manager della sanità pubblica ma anche nei servizi. Per dirne una: al momento coesistono due servizi di diabetologia, uno gestito dalla Asl e l’altro dalla Azienda mista, ovviamente in ‘competizione’ tra loro.

Finalmente il 30 giugno scorso, la Asl Sassari e l’Azienda ospedaliero universitaria hanno concluso la redazione del “Progetto di Scorporo e Incorporazione del Santissima Annunziata”. Un corposo programma di 154 pagine (leggi)  che prevede passaggi di competenze, ambiti di intervento e la costituzione di gruppi di lavoro congiunti tra le due realtà. Il piano ora è sul tavolo dell’assessore Arru per le necessarie approvazioni.

Non ci saranno solo risparmi, ma anche investimenti. Di recente il commissario straordinario della Aou di Sassari, Giuseppe Pintor, è impegnato a illustrare il progetto della nuova cittadella sanitaria che dovrebbe rappresentare il polo ospedaliero universitario di riferimento nel nord Sardegna per pazienti che manifestano forme acute di malattia. Una struttura capace di unire una volta per tutte, l’ambito ospedaliero con quello universitario. Il finanziamento da 95 milioni di euro –  destinato all’ampliamento del complesso ospedaliero universitario – prevede l’aggiudicazione della gara d’appalto dei lavori per il nuovo ospedale entro il 31 dicembre 2015. Se non sarà rispettata questa scadenza si perderanno i fondi europei sui quali si regge il progetto.

L’ipotesi progettuale, già presentata ufficialmente ai sindaci del territorio, si focalizza su alcuni punti fondamentali: un adeguato polo materno infantile, attualmente ospitato in una struttura datata e assolutamente inadeguata alla domanda di salute proveniente dal territorio di riferimento; un nuovo padiglione di accesso, accoglienza e servizi che migliori in maniera decisiva i percorsi di pazienti e visitatori; una serie di elementi di collegamento che permettano a pazienti e visitatori di spostarsi attraverso semplici ed agevoli percorsi. In una nota dell’azienda si disce che il progetto provede “una generale reinterpretazione dell’area destinata a servizi sanitari ospedalieri nella città che rappresenta una grande opportunità di riqualificazione del polo sanitario urbano in collegamento con il territorio per un significativo miglioramento per l’assistenza, la didattica e la ricerca”.

Ma a Sassari giustamente non ci si fida delle parole: nel recente passato ci sono stati almeno tre progetti di riammodernamento della cittadella sanitaria e nessuno di questi è andato in porto. Ecco perché se si chiede un parere ai cittadini sulla nuova struttura, quasi tutti scelgono la via della prudenza. “Prima di fare un nuovo ospedale, dovrebbero far funzionare quello vecchio”, commenta un anziano indicando l’eliporto dell’ospedale. Già, l’eliporto. Perché per comprendere gli sprechi della sanità sassarese basta semplicemente alzare lo sguardo sopra l’ospedale e guardare la base per l’atterraggio degli elicotteri di soccorso. Una base mai entrata in funzione per un motivo tanto semplice quanto assurdo: la piattaforma non è in grado di reggere il peso dei normali elicotteri utilizzati per il trasporto di feriti e malati. L’opera era stata avviata negli anni Novanta e nel corso della realizzazione non erano mancati i colpi di scena, come la mancanza di un ascensore idoneo per il trasporto delle barelle.

Michele Spanu 

Twitter @MicheleSpanu84

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