Un incremento di danni al Dna tra i bambini residenti nell’area di Sarroch. E’ la conclusione di una ricerca scientifica internazionale il cui contenuto è stato reso pubblico a Macomer in occasione della proiezione, alla presenza del regista Massimiliano Mazzotta del documentario Oil, nel corso di un’iniziativa che si è tenuta presso il Centro servizi culturali con la collaborazione di Sardinia Post.
E’ stata un’occasione per rivedere il documentario-denuncia dedicato all’area di Sarroch e alla Saras e anche per discutere il tema dell’inquinamento ambientale e della sua incidenza sulla salute. Era anche presente Vincenzo Migaleddu dell’Associazione dei medici per l’ambiente.
La ricerca è stata pubblicata il 27 febbraio scorso dalla rivista Mutagenesis Advance Access dell’Università di Oxford. E’ stata portata avanti da un team internazionale di ricercatori con analisi fatte a Sarroch tra il 2006 e il 2007. Vi hanno preso parte l’Istituto di ricerca e prevenzione del cancro di Firenze, l’Unita di Epidemiologia e Biostatistica di Genova, il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche di Boston, il Dipartimento di Statistica G. Parenti dell’Università di Firenze, l’Istituto di biostatistica, prevenzione e ricerca del Cancro di Firenze e il dipartimento di Tossicologia dell’Università di Maastricht,
Lo studio ha coinvolto 75 bambini residenti tra le aree industriali di Sarroch e 73 nell’area rurale di Burcei. Le analisi si sono concentrate sull’esposizione al rischio delle malattie respiratorie nei bambini residenti nelle aree industriali e l’inquinamento da anidride solforosa: “L’impatto ambientale e la qualità dell’aria nelle aree altamente industrializzate è di interesse primario, specialmente a causa dell’effetto potenziale sulla salute per i bambini residenti vicino alle fonti di contaminazione”, così nell’articolo viene sintetizzata la ragione della ricerca.
Quanto al tema ‘Sarroch Ambiente e Salute’ (capitolo dello studio finanziato tra gli altri anche dal Comune di Sarroch) si è arrivati a conclusioni davvero preoccupanti. Si legge infatti nel documento interamente scritto in inglese: “Il nostro lavoro indica che i bambini residenti presso il complesso industriale (di Sarroch n.d.r.) hanno un rilevante incremento del danno al Dna”.
Parrebbe una di quelle “prove scientifiche” che vengono reclamate da amministratori e industriali tutte le volte che, a fronte di morti sospette, si ipotizza una correlazione tra inquinamento e aumento delle malattie. Ma va detto che ulteriori analisi sono in corso. Uno degli autori del documento, il professor Annibale Biggeri, ordinario di Statistica medica dell’Università di Firenze, intervenuto telefonicamente durante il dibattito, ha sottolineato che “l’impianto di Sarroch è così grande che ha un impatto non indifferente nell’area. Una sorveglianza epidemiologica, come quella che è stata fatta, forse anche per merito della vostra documentazione – la denuncia dei docufilm Oil e Oil 2 di Mazzotta, ndr – è fondamentale per stabilire una base di contrattazione per una riduzione delle emissioni inquinanti. Comunque – ha aggiunto – rispetto al passato, i superamenti di anidride solforosa si sono ridotti sotto la soglia che noi – come studio – e non la legge, avevamo indicato come pericoloso in cento microgrammi al metrocubo. In passato si arrivava anche a circa novecento di concentrazione. Solo due o tre volte durante queste analisi è stato superato il limite di cento”.
Cautela dunque, necessità di ulteriori approfondimenti. Di certo l’articolo si conclude con parole amare: ”Il nostro studio sembra suggerire che il complesso industriale potrebbe essere il fattore causante osservato dell’incremento del danno al Dna nei bambini che vivono nelle aree intorno; in ogni caso – possibilmente – maggiori studi delle aree urbane, con controlli idonei, sono necessari per confermare le nostre scoperte”.
“Controlli nelle aree urbane” significa – come suggerisce Vincenzo Migaleddu – controlli sulle aree di Cagliari. Dopo le zone rurali e quelle industriali, in pratica, per stabilire la vera incidenza dell’attività industriale di Sarroch sulla salute della popolazione è necessario fare degli studi similari anche nell’area metropolitana del Capoluogo. I tempi della ricerca sono per definizione più lunghi di quelli della vita delle persone interessate, si sa. Proprio per questo dovranno iniziare subito. E specialmente a Sarroch.
Davide Fara