Il lavoro del futuro può arrivare anche dallo spazio. Le antenne rivolte verso il cielo come il Sardinia Radio Telescope (Srt) di San Basilio, in provincia di Cagliari, captano segnali e informazioni. Ma fanno anche parte di un sistema che sta già convincendo i grandi investitori mondiali a scommettere i propri fondi tra le stelle. Perché in realtà lo sviluppo della telecomunicazione dei cellulari in tasca di tutti passa per i satelliti. Ma non solo.
“Lo spazio produce una immensa quantità di dati, ogni giorno – ha detto il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Roberto Battiston – e sono informazioni anche relative alla terra, importantissime per tutti: ora si tratta di sviluppare il sistema di estrazione di questi dati. Questo settore e la new space economy sono in grado di incidere su economia e occupazione”.
Il tema è stato affrontato in un incontro dal titolo “Sardegna regione spaziale”, organizzato da Airpress in collaborazione con Vitrociset, azienda italiana leader nei servizi per l’ICT. Presenti anche il vicepresidente della Regione Sardegna, Raffaele Paci, il presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), Nicolò D’Amico, e l’amministratore delegato di Vitrociset, Paolo Solferino. Massimo Vanzi dell’università di Cagliari ha annunciato la prossima apertura di un master in ottica per applicazioni spaziali. Il suggerimento è arrivato dall’Esa, ente spaziale europeo.
“La Sardegna – ha detto Paci – è ormai un punto di riferimento mondiale”. L’assessore della Programmazione ha poi ricordato che la Regione ha già investito oltre 10milioni di euro sull’aerospazio con “bandi che hanno avuto un successo enorme. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro”.
È il caso di SarGrav a Lula, paese del Nuorese candidato a ospitare un laboratorio di ricerca internazionale sulle onde gravitazionali da un miliardo di euro. “Nei prossimi anni – ha annunciato Battiston – grazie a un accordo anche con Mise e Regione in Sardegna aprirà vicino a Villaputzu (Cagliari, ndr) un insediamento che sarà centro di sviluppo di materiale per lo spazio e test aerospaziali”.
Le contestazioni
Una decina di anarchici e antimilitaristi hanno contestato l’evento “Sardegna regione spaziale”. Hanno affisso alcuni volantini nella zona intorno alla sala dove si è svolto l’incontro, ma i manifestini sono stati subito rimossi dalle forze dell’ordine che sorvegliavano l’ingresso della sala convegni. Nel mirino i rapporti tra Università, distretto aerospaziale sardo e ministero della Difesa.
“Ci sentiamo minacciati – ha spiegato il presidente del Dass, distretto aerospaziale della Sardegna, Giacomo Cao – da chi non ha capito o non vuole capire che desideriamo sviluppare, anche attraverso accordi col ministero, conoscenze e innovazione in chiave civile”. Non è la prima volta che viene portata avanti una protesta contro i programmi aerospaziali nell’Isola. Contro Cao, in particolare, erano comparse a fine marzo, sui vetri esterni dell’aula magna della facoltà di Ingegneria, due grandi frasi scritte con lo spray rosso: “Dass ricerca per la guerra” e “Cao schiavo dei militari”.
Stefano Ambu (Ansa)