In Sardegna diminuiscono le morti sul lavoro, risulta dal raffronto tra 2011 e 2012. I numeri sono scritti nel nuova Rapporto Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro”.
Nell’Isola nel 2012 si sono contate 20 morti bianche, contro le 28 del 2011, pari a una flessione del 28,6 per cento. I sinistri sono passati da 15.440 a 13.309. Gli unici numeri in leggero aumento sono quelli degli incidenti letali in itinere, cioè quelli avvenuti mentre si raggiungere il posto di lavoro. In questo caso le morti sono passati da 6 a 7.
“Sono statistiche – ha commentato Michele Pintus, direttore generale vicario dell’Inail – che presentano elementi di
ottimismo. C’è una crescente consapevolezza da parte degli enti di controllo e di prevenzione”. Il settore agricolo resta quello più a rischio. “Colpa soprattutto delle attrezzature datate – è scritto nel Rapporto Inail – con mezzi, soprattutto trattori, anche di venti-trent’anni fa. In Sardegna il 25 per cento degli incidenti mortali avviene proprio nei campi”.
Nell’industria manifatturiera le morti bianche sono passate dall’8,2 per cento al 7,2, nelle costruzioni dal 9,7 per cento all’8,5 per cento. Ancora più forte la diminuzione nel campo dei servizi, dal 45,3 al 41. Cresce anche il numero dei lavoratori stranieri: più 14,5 per cento, con una sola morte nel 2012, pari a un’incidenza del 3,6 per cento.
“L’Inail – chiuso il direttore – è impegnato anche sul fronte della tecnologia per combattere gli incidenti sul lavoro: stiamo sperimentando un software che permette di verificare, con una sorta di check-in, se il lavoratore abbia tutte le carte in regola per accedere al cantiere. Nel caso in cui l’attrezzatura anti-infortunistica non sia completa, scatta un allarme visivo e acustico, anche con la possibilità di inviare via sms la segnalazione al capocantiere”.