Sardaleasing cede il San Raffaele al Qatar per 30 milioni di euro

C’è l’accordo. Sardaleasing ha trovato la quadra e ha chiamato Lucio Rispo, plenipotenziario della Qatar Foundation of Endowment, per la cessione definitiva dell’edificio che ospiterà l’ospedale che prenderà il posto del San Raffaele. La cifra concordata è di 30 milioni di euro. A confermarlo è il presidente di Sardaleasing, Franco Rabitti, a capo del pool di banche che era proprietaria dell’edificio dopo il leasing concesso alla Fondazione Monte Tabor di Don Verzè. “Abbiamo raggiunto un accordo definitivo con la procedura fallimentare e con il Qatar per la cessione dello stabile dell’ex San Raffaele per una cifra di 30 milioni di euro – spiega Franco Rabitti – abbiamo rinunciato a molti soldi per transare, a dimostrazione che siamo persone serie e che abbiamo a cuore il futuro del territorio. Il Qatar ha ricevuto la conferma scritta con il nostro Iban, ora tocca a loro concludere e rapportarsi con la parte politica”.

Rabitti: “L’esproprio solo un impedimento, avremmo chiuso comunque”

Il presidente di Sardaleasing è fermo nella convinzione che le accuse di far parte di una lobby contraria al San Raffaele siano totalmente priva di fondamento. “In occasione della conferenza stampa del 24 settembre avevamo sottolineato come già il 10 agosto il pool di banche avesse accettato l’offerta di Qatar Foundation – spiega Sardaleasing in un comunicato stampa – con la relativa cessione dell’immobile che dovrà ospitare l’ospedale San Raffaele. Si era anche evidenziato come rimanesse ancora sospesa la definizione di un accordo tra la procedura concorsuale aperta presso il Tribunale di Milano e la Qatar Foundation in merito ai terreni circostanti l’immobile, e come, superato tale ostacolo, l’iter avviato dal pool avrebbe portato agli atti definitivi entro metà ottobre”.

Poi è arrivato l’esproprio che ha messo solo i bastoni tra le ruote. “In quella situazione si è inserito il Comune di Olbia, che ha ritenuto, avviando la procedura di esproprio, essere di sprone alla conclusione dell’operazione – recita la nota della banca – il pool avrebbe potuto legittimamente scegliere di attenersi all’iter espropriativo, con le conseguenti inevitabili lungaggini burocratiche, ma ha preferito confermare l’intendimento di seguire comunque la via dell’accordo bonario, ritenuta l’unica per poter ottenere, in tempi rapidi, la conclusione più equilibrata a fronte delle aspettative di tutte le parti coinvolte. Secondo questa logica il pool ha concluso l’accordo con i commissari e i liquidatori della procedura concorsuale e, coerentemente con le determinazioni del 10 agosto, è definitivamente pronto a cedere l’immobile a Qatar Foundation – conclude la nota – con un rilevante sacrificio delle proprie ragioni di credito, ma nella consapevolezza di innescare un processo virtuale di crescita economica per il territorio, di concerto con i nuovi attori del panorama sanitario regionale”.

Ora la palla passa ai curatori fallimentari per i terreni circostanti

Trenta milioni di euro per l’edificio. Ora la palla passa al Qatar, che deve trovare un accordo con i curatori fallimentari per la cessione dei terreni circostanti. La cifra che balla varia tra i 4 e i 5 milioni di euro, e su queste basi potrebbe raggiungersi un accordo definitivo che farebbe chiudere la vicenda San Raffaele dando il via libera ai lavori. “Qui entreranno in gioco il Qatar con la procedura, noi abbiamo fatto il nostro dovere – precisa il presidente di Sardaleasing, Franco Rabitti – a dispetto di una parte politica che ha forzato la mano in modo ingiustificato. Ribadisco, noi siamo persone serie”. Ora si attendono le nuove mosse del Qatar che dovrà stringere con i curatori fallimentari per chiudere l’acquisizione dei terreni, con un affare che potrebbe concludersi con un esborso complessivo tra i 35 e i 38 milioni di euro, in linea con le previsioni. Poi potranno partire i lavori, che nelle intenzioni del fondo del Qatar dovranno terminare entro la metà di marzo del 2015.

Ex San Raffaele, lettera del Qatar a Renzi

Il Qatar intanto aveva scritto al premier Matteo Renzi e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio. L’ultima mossa per sbloccare l’affare San Raffaele e chiudere finalmente la partita per l’ospedale d’eccellenza a Olbia. Finora non era bastato l’impegno di Renzi e del Governo con una deroga al tetto di spesa per la sanità sarda e le aperture della Giunta regionale. Così il Qatar, attraverso il plenipotenziario della Qatar Foundation of Endowment, Lucio Rispo, ha scelto la mossa più forte: una lettera a Renzi e al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, con la quale si dà un ultimatum che tocca il vertice delle istituzioni. Ma la mossa del Qatar, che è emersa nelle ultime ore ma potrebbe ricondursi a qualche giorno fa, potrebbe aver riacceso le speranze. E in modo decisivo.

Un avviso al Governo: risposta entro il 23 ottobre

Un ultimatum che pone anche una data finale: il 23 ottobre. Se per quella data l’affare non sarà concluso si studieranno altre soluzioni. A Olbia è già partita la caccia a nuovi terreni. Ma dopo che da Roma il decreto Sblocca Italia ha posto tutte le basi per un’accelerazione burocratica al cantiere di Olbia, l’intervento di Renzi potrebbe aver avuto un peso decisivo. Ora si attendono notizie dai curatori fallimentari (l’avvocato Salvatore Sanzo e i commercialisti Luigi Saporito e Rolando Brambilla) che si erano opposti all’operazione presentando un esposto alla procura della Repubblica di Milano nel quale avevano segnalato ai magistrati la possibile violazione delle norme che permettono di cedere ad altri i beni di una società sottoposta a concordato preventivo fallimentare. Il progetto che promette investimenti da un miliardo e 200 milioni di euro in 10 anni a Olbia è ora bloccato per una vicenda giudiziaria. In pratica i terreni non possono ancora essere ceduti senza l’autorizzazione del tribunale fallimentare, necessaria in caso di concordato, che per ora non c’è. Lo stesso edificio che tecnicamente non è mai entrato nel pieno possesso nemmeno del gruppo di Don Verzè dal momento che venne costruito grazie a un leasing. Dunque il San Raffaele di Don Verzè ha iniziato a pagare le rate al gruppo di banche che compongono la cordata che ha concesso il leasing (Sardaleasing, gruppo Banco di Sardegna, in testa, poi Unicredit, Mediocredito, Banca Intesa e MontePaschi) le quali però conserverebbero la proprietà dell’immobile fino al saldo totale del debito. Saldo che non si è potuto completare a causa del fallimento. Fino a oggi, dunque, banche e società di leasing restavano proprietarie del bene, ma con una proprietà vincolata, perché i curatori devono garantire che il prezzo di vendita sia equo e tale da soddisfare, almeno in parte, anche gli altri creditori del gruppo fallito. Ora c’è il via libera dalle banche e dei curatori per l’edificio. Manca solo quello dei curatori fallimentari per i terreni. Poi il nuovo San Raffaele targato Qatar e Bambin Gesù potrà essere finalmente una realtà.

Giandomenico Mele

 

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