Sono già quattro i casi di intossicazione e avvelenamento dovuti al consumo di funghi non commestibili per cui c’è stato l’intervento dei micologi del Sian (Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione) di Sanluri, su richiesta del pronto soccorso dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale. Un caso in particolare è stato particolarmente grave, con una sindrome “falloidea” per il consumi di funghi lepiota scambiati per comunissimi prataioli.
“Visto che anche nella stagione scorsa sono stati richiesti diversi interventi per intossicazioni legati al consumo di funghi, si coglie l’occasione per rimarcare – si legge in una nota della Assl di Sanluri – l’importanza del servizio preventivo, gratuito, offerto all’utenza dall’ispettorato micologico per il riconoscimento e la determinazione della commestibilità dei funghi da loro raccolti”.