Asl Sassari, Centro di Riabilitazione Psichiatrica polivalente di Sassari: il giardino per le attivita' esterne

Sanità, uno spazio per tornare alla quotidianità. Asl Sassari presenta il Centro di riabilitazione psichiatrica polivalente

A Sassari una struttura riqualificata e dotata di cucina, sala per le arti, biblioteca e di un giardino per fare orto terapia, per tornare in possesso della propria autonomia e di una quotidianità. Oggi, per la prima volta, la Asl ha aperto le porte del Centro di Riabilitazione Psichiatrica polivalente di viale Mancini, punto di riferimento per i gruppi di lavoro che si occupano di riabilitazione psichiatrica.

La struttura, rivolta ai pazienti presi in carico dal Dipartimento di salute mentale e delle dipendenze, si incardina all’interno della Ssd di Riabilitazione residenziale e semiresidenziale psichiatrica, istituita dall’atto aziendale del 2023, che si occupa della valutazione e coordinamento dei piani di trattamento individuali predisposti dalle strutture del Dipartimento di Salute mentale e delle dipendenze (quali il Centro di salute mentale, i Disturbi dell’alimentazione, la Neuropsichiatria infantile, il Servizio dipendenze).

“L’atto Aziendale istitutivo della Asl 1 ha inteso dare alla Salute mentale un più ampio respiro rispetto al passato, cercando di estendere la presa in carico del paziente all’interezza della persona, con le sue capacità e potenzialità – afferma il direttore generale della Asl di Sassari Flavio Sensi, accompagnato dal direttore sanitario Vito La Spina e dal Direttore dei servizi socio sanitari Annarosa Negri -. All’interno dell’atto aziendale abbiamo quindi previsto la creazione di una serie di strutture moderne per la presa in carico di nuove patologie che si stanno affacciando negli ultimi anni, e che, come in questo caso, rendono fondamentale l’integrazione con i servizi dei Comuni, con il volontariato e con il terzo settore”.

Secondo Anna Maria Ginanneschi, responsabile del Ssd di Riabilitazione residenziale e semiresidenziale psichiatrica, “riabilitare significa dare all’altro l’opportunità di riprendere in mano la propria vita, offrire strumenti che aiutino a vivere la vita in condivisione del proprio svantaggio, trasformando questo in nuove possibilità andando a ridurre quanto più possibile gli ostacoli. In questa sede cerchiamo di creare nuove possibilità di vita e reinserimento, offrendo ai nostri pazienti percorsi in cui sperimentarsi sia nelle abilità cognitive che emozionali”.

Importante fare rete, in quanto si tratta di “un percorso in cui la collaborazione con il terzo settore diventa fondamentale nella realizzazione di progetti il cui obiettivo è quello di  stimolare il recupero delle abilità residue e la valorizzazione di quelle esistenti al fine di prendersi cura di sé per migliorare il benessere psicofisico, favorire l’autoregolazione emotiva nella gestione delle situazioni stressanti. Infine aumentare il senso di autodeterminazione, autoefficacia, autorealizzazione e autostima, arrivando infine a sviluppare e rafforzare competenze lavorative. I progetti sono lo strumento, il mezzo  dell’operatore utili a coinvolgere i destinatari con l’unico fine di rimettere il paziente al centro dell’attenzione affinché possa migliorare la propria qualità di vita”.

Tra i progetti c’è “La biblioteca che accoglie”, in cui sono state apprese le tecniche di catalogazione dei libri. Poi gli “orti di San Francesco”, dove  la connessione  con la natura ha fatto sentire  gli utenti parte di un sistema; ma anche di sviluppare capacità creative come nel in “un mosaico di emozioni”. All’interno dei vari percorsi è stato avviato anche un progetto di  promozione della cittadinanza  attiva, andando a conoscere l’Isola e segnalando in maniera critica le difficoltà che una persona più fragile deve affrontare. Tra le iniziative portate avanti anche il percorso del Teatro,  che ha consentito di lavorare sulle emozioni  portandole in scena su un palcoscenico, vincendo la vergogna; con il progetto calcio e progetto camminate è stata valorizzata l’attività fisica e “il prendersi cura” del corpo.

Anna Maria Ginanneschi precisa: “Percorsi diversi ma spesso integrati che ci hanno consentito di raggiungere vari obiettivi trasversali: la socializzazione e il lavoro di squadra, l’incremento dell’autostima e la fiducia nelle proprie capacità – conclude -. Ed è proprio questa la riabilitazione psichiatrica: il riprendersi il proprio posto nel mondo, dare all’altro l’opportunità di riprendere in mano la propria vita, offrire strumenti che aiutino a vivere la vita in condivisione del proprio svantaggio”.

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