Non c’è pace al Microcitemico di Cagliari. Dai ritardi nelle trasfusioni dei pazienti talassemici ai piccoli pazienti oncologici a cui l’ospedale pediatrico non riesce più a garantire le cure, si è aggiunto un episodio di violenza che ha riguardato stavolta il reparto di Neuropsichiatria infantile e adolescenziale.
L’accaduto si è verificato sabato 14 ed è stato riportato dall’Unione. Il giornale racconta di come alcuni operatori sanitari si siano dovuti addirittura rinchiudere in una stanza a fronte di una rissa degenerate tra giovani pazienti, i quali hanno messo a repentaglio anche gli arredi della struttura. Da lì l’intervento dei carabinieri per ben due volte.
Dopo questi ultimi episodi di violenza è intervenuto il sindacato. “Serve subito da parte del direttore della Asl di Cagliari, Marcello Tidore, una presa in carico immediata – scrive l’Usb sanità -. È evidente che un servizio così complesso che effettua annualmente circa 200 ricoveri in degenza ordinaria e 2000 giornate in day Ospital e che cura le gravi patologie neuropsichiatriche acute anche con tentativi di suicidio e continue situazioni di aggressività, non può essere allocato in un contesto ospedaliero che nasce come punto di ricerca delle microcitemie. Bisogna immediatamente mettere a disposizione e predisporre spazi diversi e, inserire soprattutto al proprio interno tutte le figure professionali indispensabili per poter garantire un assistenza globale a pazienti che in certe situazioni comportano gravi ripercussioni generali fino al rischio di vita; come l’auto-oppressione e l’anoressia nervosa in scompenso acuto”.
L’appello nasce dalla necessità di garantire sicurezza ai pazienti e soprattutto tutelare gli operatori. “Ci auspichiamo da parte dell’amministrazione la disponibilità a poter istituire un tavolo tecnico per poterci confrontare nel merito e poter ricercare unitariamente le soluzioni più ottimali a vantaggio di tutti”, conclude il sindacato.