La carenza del personale medico sembra essere la punta di un iceberg rispetto alla situazione generale della sanità sarda, oggetto di mobilitazioni e proteste, sia in piazza sia in Consiglio regionale. E proprio nel parlamento sardo l’assessore Mario Nieddu è stato convocato per un’audizione nella seduta della commissione convocata per l’approvazione di alcune proposte di legge.
L’esponente della sanità della Giunta Solinas ha ribadito, dopo il botta e risposta di questi giorni, che la carenza di personale è la prima causa dell’emergenza, “anche perché le scoperture non sono uguali in tutte le realtà e quella dei concorsi, che pure sono stati banditi in modo massiccio, si è rivelata una strada non risolutiva perché, da parte di molti professionisti, sono stati visti come un surrogato alla mobilità”. Ha poi aggiunto: “Cambieremo le regole dei concorsi per l’assunzione del personale sanitario a tempo indeterminato introducendo nuovi meccanismi che consentano di rispondere in maniera più incisiva ai bisogni delle sedi con le carenze d’organico più forti”.
Il commento del capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau: “L’obiettivo della riforma di spostare la sanità verso i territori è fallito più per problemi di cattiva organizzazione che per la mancanza dei medici, che c’è ma non appare drammatica, in base ai dati del ministero della Salute”. Secondo il maggior esponente dei Progressisti, Francesco Agus, “per molti professionisti il lavoro nel servizio sanitario regionale non è la prima scelta e in futuro sarà ancora peggio perché la finestra pensionistica di quota 41 causerà molte altre uscite”. Quanto alle liste d’attesa, l’assessore Nieddu ha ricordato lo stanziamento di 21 milioni, impiegato molto parzialmente a causa del Covid e ora rimodulato ma comunque insufficiente a colmare la carenza di medici ospedalieri.