Sanità sarda allo sfascio. Una madre: ‘Ecco i danni alla mia bimba di 18 mesi con leucemia’

La lettera è di quelle che non si vorrebbero mai leggere. Perché di mezzo c’è una bambina di appena 18 mesi che da sette combatte contro una leucemia linfoblastica acuta. È ricoverata al Microcitemico di Cagliari e costretta anche lei a pagare sulla propria pelle i disservizi di una sanità assurda, quella gestita dal centrodestra di Christian Solinas. La mamma della piccola, Alessandra Contini, ha inviato il proprio straziante documento all’Asgop, l’associazione sarda che raccoglie i genitori dei pazienti pediatrici con tumori al sangue.

“La presente – scrive la donna – per denunciare l’insostenibile situazione che si sta venendo a creare a seguito dello scorporo dell’ospedale Microcitemico dal Brotzu“, come in una delle decisioni contenute nella riforma voluta dalla maggioranza che governa l’Isola. “Sono la mamma di una piccola paziente ricoverata da dicembre 2021 proprio al Microcitemico con una diagnosi di leucemia linfoblastica acuta”.

Si legge ancora nella lettera: “Dopo aver ricevuto tutte le cure del caso per arginare da subito la malattia, abbiamo avuto da poco tempo la possibilità di accedere alla terapia sperimentale con il farmaco Blinatumomab per il quale viene richiesto un accesso indipendente dal catetere venoso centrale (cvc) già installato. Le opzioni possibili erano due: installare un midline (Catetere venoso periferico) direttamente al Microcitemico o sostituire direttamente il cvc con uno a due vie, seconda opzione certamente più sicura, trattandosi di una bimba di 18 mesi con vene sottili, quindi più fragili per l’inserimento del midline”.

La decisione presa è stata diversa: “Nonostante i medici, l’anestesista e il primario dell’Oncoematologia (del Microcitemico) concordassero tutti quanti che fosse meglio optare per la sostituzione del cvc, i vertici del Brotzu hanno insistito che si procedesse con il midline, processo che ha comportato diversi intoppi, con rottura di diversi vasi sanguigni e conseguente doloroso versamento, in una paziente già duramente provata da sei mesi di terapie. Inoltre le procedure sono state eseguite da personale non adeguatamente formato per intervenire su pazienti pediatrici, quindi andando a tentativi e addirittura procedendo con un’incisione pelvica inutile e non andata a buon fine”.

Il dolore devastante di una madre che prova a difendere la sua piccolino si può misurare anche la foto allegata dalla donna. Per provare che quello che dice è andato veramente come scritto. “Allego foto dimostranti i danni subiti dalla bambina“. Quindi la chiusa finale: “La situazione attuale è dannosa e ingiusta e bisogna assolutamente che qualcuno intervenga e restituisca dignità e manodopera adeguata a un ospedale che era e deve rimanere un fiore all’occhiello della sanità isolana. Spero che questa lettera venga presa in considerazione”.

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