Aumenta la quota di persone che rinuncia a farsi curare per problemi economici, distanza e lista d’attesa. Lo certifica il rapporto stilato da 104 esperti per Crea sanità, il Centro per la ricerca economica applicata alla sanità. La Sardegna non è tra le regioni “rosse” – con i problemi più gravi e conclamati – ma quasi, insieme a Campania, Lazio, Umbria, Abruzzo e Puglia.
L’analisi – che non si limita alla valutazione degli aspetti sanitari ed economici, ma analizza anche quelli sociali e di equità dell’assistenza – è stata condotta in base a 20 indicatori articolati su cinque punti: equità, appropriatezza, esiti, innovazione, economico-finanziaria e sociale. Critica nell’Isola anche la situazione dell’indice di implementazione della rete oncologica. Tra le note dolenti la voce “speranza di vita senza limitazioni funzionali sopra i 65 anni”. In rosso anche il tasso di over 75 non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale e il tasso di adesione alla prevenzione. Bene invece la spesa sanitaria pubblica pro capite rispetto alla media europea. Sardegna promossa per le prestazioni con priorità eseguite nei tempi e per la quota di interventi eseguiti con tecniche micro invasive. Bene anche il tasso di disabili o anziani che ricevono assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari e il tasso di persone deboli o a rischio che ricevono interventi per l’integrazione sociale.