Sanità, le richieste dopo la protesta: “Pronti a lottare, la politica agisca”

All’indomani del successo della manifestazione di Cagliari per il diritto alla salute, che ha visto migliaia di persone in marcia nel capoluogo, l’associazione Sos sanità Barbagia Mandrolisai che ha promosso e organizzato la manifestazione, esprime soddisfazione per i numeri e la partecipazione: a loro infatti si sono associati tantissimi comitati nati spontaneamente in Sardegna, sindaci e associazioni, contro la carenza di medici e infermieri e la chiusura e il depotenziamento di presidi sanitari fondamentali.

“Ma questo è solo l’inizio se non otterremo le risposte che cerchiamo – dice Pina Cui, portavoce del movimento Sos Sanità Barbagia Mandrolisai, il cui intervento accorato in consiglio regionale ha avuto centinaia di condivisioni su Facebook – . L’ assessore alla sanità ieri durante l’incontro in Consiglio regionale, ci ha detto le solite cose, ovvero che daranno incentivi ai medici per andare nelle zone disagiate, che bandiranno concorsi, che hanno ereditato questa situazione, ecc. Sono mesi e anni che dicono le stesse cose, ma le risposte non si vedono e noi siamo in emergenza. Per questo dico ai politici regionali: se non riuscite a risolvere i problemi andatevene a casa. E se non lo farete noi continueremo a unirci tra comitati territoriali e faremo altre marce su Cagliari”.

La portavoce di Sos sanità Barbagia Mandrolisai esprime anche una punta di amarezza per la volontà di altri gruppi e associazioni a “intestarsi” la manifestazione: “Per organizzarla abbiamo fatto un lavoro lunghissimo tutta l’estate – ha aggiunto Pina Cui – abbiamo parlato con i vari comitati con cui sono nate collaborazioni, da quelli della Barbagia di Seulo, ad altri di Oristano, del Marghine, dell’Ogliastra, fino ad Anci Sardegna. Abbiamo mandato lettere alla Regione, ma ancor prima abbiamo dato fuoco alle polveri nel nostro territorio promuovendo iniziative e marce settimanali, territorio in cui si fa prima a morire che a essere curati. Non vogliamo movimenti politici e sindacati al nostro interno: siamo cittadini sardi che rivendicano i propri diritti. Proseguiremo su questa strada fin quando le cose non cambieranno radicalmente”.

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