Sanità convenzionata e squilibri territoriali: in Sardegna il divario penalizza il Nord

Il sistema sanitario sardo mostra ancora un preoccupante squilibrio territoriale nella distribuzione delle risorse per la sanità convenzionata ambulatoriale. Questo è quanto emerge dal rapporto di Life Sardegna, commissionato dalla Fap Acli di Sassari, l’associazione degli anziani e pensionati delle Acli del Nord Sardegna.

Nonostante gli sforzi di Ares Sardegna, il divario tra i territori persiste, principalmente a causa di una regola regionale che impedisce ai contratti del privato convenzionato di diminuire più del 2 per cento da un anno all’altro. Questa norma, apparentemente pensata per proteggere i fornitori di servizi sanitari, finisce per cristallizzare disparità storiche a scapito di un’equa distribuzione delle risorse.

Il Centro-sud dell’Isola, in particolare Cagliari, risulta il principale beneficiario di questa regola, assorbendo oltre il 60 per cento delle risorse disponibili. Le Asl di Sulcis, Medio Campidano e Oristano godono di budget paragonabili a quello della Asl 1 di Sassari, nonostante servano una popolazione significativamente inferiore. Questo si traduce in un notevole divario pro capite nella disponibilità di servizi sanitari convenzionati.

Ares Sardegna, in un’operazione di trasparenza, ha reso noti i potenziali budget in assenza della regola del 2 per cento. Emerge che, senza questa limitazione, il budget di Cagliari dovrebbe scendere a 28 milioni di euro, mentre con la regola attuale si attesta a 38 milioni. La situazione di Nuoro e Ogliastra, oggetto di recenti polemiche, risulta penalizzante rispetto al centro-sud della Sardegna, ma non in confronto a Sassari e Olbia.

Luciano Turini, segretario provinciale della Fap Acli Sassari, denuncia: “Non può essere che un cittadino di Sassari sia dotato di 16 euro, un cittadino di Nuoro di 24 euro e nel resto delle Asl siamo a 40 euro con i 70 euro di Cagliari”. Turini sottolinea l’urgenza di un intervento regionale mirato, non attraverso risorse distribuite a pioggia, ma con un piano strategico di riequilibrio territoriale. Senza azioni correttive, si rischia di stimolare la migrazione sanitaria interna e l’inefficienza del sistema pubblico.

L’associazione dei pensionati propone una soluzione: con soli 8 milioni di euro aggiuntivi, si potrebbe portare Sassari, Nuoro e la Gallura alla media regionale nel 2025. Tuttavia, la preoccupazione non si limita alla distribuzione delle risorse. La Fap Acli critica il ritardo nell’approvazione della delibera sulle liste d’attesa 2024, avvenuta solo una settimana fa. Questo ritardo rischia di vanificare gli sforzi per il contenimento delle liste d’attesa nell’anno in corso, poiché sia il pubblico che il privato non hanno il tempo necessario per riorganizzarsi e aumentare la produzione di servizi.

Il rapporto mette in luce come questa disparità non sia solo una questione di numeri, ma abbia un impatto diretto sulla qualità della vita dei cittadini, in particolare degli anziani e dei pensionati. Le lunghe liste d’attesa e la disomogeneità nell’accesso ai servizi sanitari convenzionati rischiano di creare un sistema sanitario a due velocità all’interno della stessa regione.

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