Sono quasi ultimati i lavori del nuovo blocco operatorio del Centro Traumatologico Ortopedico (Cto) di Iglesias. Quattro nuove sale operatorie di ultimissima concezione sanitaria, dotate delle più moderne tecnologie. Circa 1000 mq destinati a interventi di chirurgia ortopedica-traumatologica, chirurgia generale, chirurgia pediatrica, otorino e ginecologia.
Il costo complessivo, tra opere murarie, dotazioni tecnologiche e strumentali, è stato di circa 5 milioni di euro finanziato con fondi Fsc (Fondo Sviluppo e Coesione). Ad oggi sono stati già spesi circa 30 milioni di euro. E non è ancora terminato. Per l’entrata in funzione del nuovo blocco operatorio bisognerà ancora attendere un mese, forse due, per le procedure di sicurezza. Il commissario della Asl 7 Antonio Onnis le ha presentate ieri mattina con una punta d’orgoglio, pensando ai tanti detrattori che pensavano che sarebbero diventate una delle tante opere incompiute.
“Abbiamo costruito una Ferrari – ha affermato Onnis – ora dobbiamo metterci i piloti esperti”. Il riferimento è dato alla possibilità di poter realizzare interventi chirurgici anche di natura complessa. Il binomio chirurgico Cto-Sirai potrebbe infatti diventare in futuro, secondo Onnis, un importante punto di riferimento per la nuova Asl unica regionale, ribattezzata Ats (Azienda per la tutela della Salute).
Il commissario della Asl si è poi soffermato sui problemi relativi alla mobilità del personale, in particolare dei medici, che tendono a preferire le sedi centrali a quelle periferiche, per le quali sono stati assunti, provocando disservizi come quelli che si sono verificati nel reparto di Emodinamica del Sirai di Carbonia alcune settimane fa. Ma il grande nemico della sanità pubblica è sempre quella privata. Ne è convinto Carlo Murru, direttore sanitario del Cto. “Per vincere questa sfida occorre dotare il territorio di una organizzazione sanitaria che possa essere all’altezza delle aspettative dei pazienti”, ha evidenziato. Intanto nel nuovo reparto materno infantile, diretto da Enea Atzori, si registra un risultato importante: ad oggi sono 502 i nuovi nati nella Asl 7. La riforma sanitaria regionale impone, per ogni punto nascita, almeno 500 parti l’anno.
I servizi sanitari del territorio si vanno quindi gradualmente ricomponendo, mantenendo ben distinte le competenze tra i due presidi di Carbonia e Iglesias: il primo deputato alle emergenze urgenze, mentre il secondo a quelle programmate e di elezione. L’ospedale Santa Barbara di Iglesias, nel quale a breve riprenderanno anche gli interventi di oculistica, il cui reparto è ora coordinato da Alberto Messina, diventerà invece, secondo i programmi del commissario Onnis, la “Cittadella della salute” del territorio, con attività di lungo degenza, riabilitazione, attività ambulatoriali e presidio di raccordo tra le strutture territoriali e quelle ospedaliere. Un’organizzazione che, secondo i programmi del commissario, si tradurrà in “ottimizzazione delle risorse tecnologiche, strutturali e umane”.
Carlo Martinelli