di Umberto Zedda
Aurora, Riccardo, Beatrice, Antonio Luigi, Gavino, Efisio, Antonietta. Sette nomi, sette vite spezzate in appena cinque giorni sulle strade della Sardegna. Una settimana di sangue che lascia un’intera isola sotto shock, impotente di fronte a una scia di tragedie che sembra non volersi fermare.
Ieri mattina Efisio Pancrazio Saba, in sella alla sua moto, ha perso la vita sulla statale 554, a Selargius. Le circostanze non sono ancora chiare: dopo essere finito sotto un camion, nonostante i tentativi disperati dei soccorritori di rianimare il centauro, non c’è stato niente da fare.
A pochi giorni dalla tragica scomparsa della giovane 17enne Beatrice Loi, investita in viale Colombo a Cagliari mentre andava a scuola, questo incidente aggiunge ulteriore dolore ad una settimana già segnata da lutti e tragedie.
Le associazioni Vittime della strada
“La situazione è diventata gravissima – dichiara Cristina Podda, rappresentante dell’associazione italiana Familiari vittime della strada sezione di Cagliari –. La Sardegna è la prima regione italiana per tasso di incidenti mortali. Dobbiamo lavorare tanto con l’installazione di dissuasori e di maggiore illuminazione, ma si agisce sempre quando è troppo tardi”.
In viale Colombo era già stata affrontata la questione sicurezza stradale: “Se ci fossero stati i rialzi come aveva chiesto il preside dell’Alberti ora forse non dovremo piangere una giovane ragazza”, continua Podda. Fa eco Silvia Frisina, vicedirettrice dell’Afvs Ets: “I dati di quest’anno ci preoccupano. Abbiamo la conferma che la prima causa di morte dei giovani tra i 15 e i 24 anni è per incidente stradale. Il nostro osservatorio nazionale incidenti stradali dice che nei primi 11 mesi del 2024 abbiamo superato i numeri dello scorso anno. Ora siamo a 112 vittime stradali; deve accendersi un faro e comprendere la gravità della situazione”.
Il nuovo Codice della strada
All’alba dell’approvazione del nuovo codice della strada, ci si chiede se basteranno pene più severe e nuove regole per fermare l’emorragia di vite sulle nostre strade. “Noi speriamo che con l’introduzione del nuovo codice della strada chi commette reati come l’omicidio stradale paghi per davvero. Sette anni fa era toccato ad Andrea Zuddas, morto sull’Asse Mediano a causa di un ubriaco che contromano gli era andato addosso, e, nonostante ciò, non aveva scontato un giorno di prigione”, afferma Caterina Podda.
Diversamente Silvia Frisina: “Non cambierà nulla; non serve inasprire le pene. Abbiamo potuto vedere che nonostante l’introduzione del reato di omicidio stradale i numeri sono aumentati. È necessario incentivare il controllo e la sensibilizzazione”
Tutte le vittime
Venerdì, nel tardo pomeriggio, Antonio Luigi Puledda di 47 anni e suo figlio Gavino di 20 hanno perso la vita in uno schianto sulla strada provinciale 15, tra Sassari e Ittiri.
Sabato notte, sulla 130, alle porte di Iglesias, Aurora Marcia e Riccardo Lai, due diciassettenni del posto, per cause ancora in fase di accertamento, sono rimasti coinvolti in un terribile incidente che gli ha strappati dalla vita troppo presto.
Solo 24 ore più tardi è stata la volta della giovane Beatrice Loi. La diciassettenne è stata investita mentre attraversava la strada, sulle strisce pedonali in viale Colombo, per andare a scuola. Troppo gravi le ferite riportate, dopo diverse ore tra vita e morte la ragazza è deceduta al Brotzu. Al volante dell’auto che l’ha investita c’era un pensionato di 82 anni che, probabilmente abbagliato dal sole, non l’ha vista colpendola violentemente. L’automobilista ha prestato i primi soccorsi fino a quando Beatrice non è stata trasportata in codice rosso all’ospedale. E la scorsa mattina si aggiunge il dramma di Efisio Pancrazio Saba, sulla 554, che chiude una settimana tragica per le strade sarde.
Infine l’ultima vittima, quella di oggi, la 41enne Antonietta Ninu, travolta sul marciapiede da un veicolo coinvolto in un incidente a Silanus.
Una scia di sangue che non si arresta
Se accanto alla lista di morti si aggiungessero anche i feriti gravi e gli incidenti i numeri assumerebbero proporzioni ancora più allarmanti. “Sono grandi dolori ma solo quando si vivono in prima persona, per gli esterni sono solo numeri” conclude Podda.
Si pensa a progetti che possano rendere più sicure le strade: “Nel settembre 2023 abbiamo attivato ruote ferme pedoni salvi – continua Silvia Frisina – un progetto che inserisce degli assistenti pedonali nelle zone in cui c’è necessità. L’operato è svolto da persone che hanno commesso un sinistro stradale, e riparano al loro reato proprio operando nel miglioramento della sicurezza nelle strade” .