Una situazione di lavoro ai limiti della schiavitù è quella che i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro hanno scoperto durante una verifica nel podere di un 72enne imprenditore agricolo di San Sperate. L’uomo, infatti, faceva vivere due servi pastori in casolari diroccati, a volte senza servizi igienici, che non aveva regolarmente assunto e li pagava pochissimo. L’imprenditore agricolo è stato denunciato per caporalato, secondo quanto previsto dall’articolo 603 bis del codice penale: “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.
Vittime un 64enne di Siurgus Donigala e un 66enne di Dolianova. Secondo quanto accertato dai militari, i due lavoravano in nero come servi pastori vivendo i due edifici fatiscenti di cui solo uno dotato di bagno. I due lavoravano tutto il giorno e ricevevano una paga minima. I carabinieri hanno anche identificato un 71enne di Mandas, proprietario insieme all’imprenditore agricolo di un gregge di capre, che per accudire il bestiame dormiva all’interno del locale ‘mungitrice’. All’imprenditore sono state contestate sanzioni per 21.600 euro per aver impiegato in nero i due lavoratori. La situazione del 71enne, invece, è stata segnalata ai servizi sociali.