Con l’arrivo della bella stagione e del caldo, Sa Tundimenta è uno dei momenti più intensi dell’attività agropastorale in Sardegna. Si pratica all’alba, in primavera lungo le coste, o qualche mese più tardi in montagna, secondo un rito tramandato di padre in figlio, con un cerimoniale vecchio di secoli. Stiamo parlando dell’antica pratica della tosatura che libera le pecore dal pesante e caldo manto e che in passato coincideva col rientro dei pastori da “sa tramuda”, il periodo invernale nel quale le greggi venivano portate a svernare nei ricchi pascoli dove il clima era più mite. Una volta fuori dal loro recinto, le pecore vengono girate e immobilizzate sul dorso con una abile mossa. I ferri del mestiere, un tempo, erano un paio di forbici di trenta centimetri chiamate “is ferrus ‘e tundimenta”.
Qualcuno le usa ancora e domenica prossima, 19 maggio, a Villamassargia, piccolo paese del Sud Sardegna, nell’Iglesiente, Sa Tundimenta sarà la protagonista grazie ad una giornata organizzata dalla Pro loco fra i 700 ulivi secolari di S’Ortu Mannu. Dieci tosatori praticheranno la tosatura di 20 pecore all’ombra delle maestose piante d’ulivo e si avrà la possibilità di carpire i segreti della cardatura e della lavorazione della lana. Spazio anche all’agroalimentare: “I visitatori potranno assistere alla preparazione del formaggio e della ricotta – racconta il presidente Pro loco, Andrea Tocco – in attesa del pranzo (su prenotazione) a base di malloreddus alla campidanese, pecora in cappotto con patate e cipolla, pane, olive e un buon bicchiere di vino locale”. Nel pomeriggio si balla con la musica del noto fisarmonicista Bruno Camedda. (im)