Sa die de sa Sardigna, celebrazioni speciali a Cagliari, Bono e Alghero

La Regione quest’anno ha scelto di finanziare tre luoghi simbolo per sa die de sa Sardigna: il Comune di Cagliari quale teatro dei moti del 1794, il Comune di Bono che ha dato i natali a Giovanni Maria Angioy e il Comune di Alghero, luogo di carcerazione per oltre 20 anni di Vincenzo Sulis.

Tutti e tre i Comuni hanno pertanto preparato un ricco programma di eventi, ai quali l’assessora regionale della Cultura e Ilaria Portas o i suoi delegati saranno presenti.

Ad Alghero le celebrazioni saranno tutte incentrate sulla figura di Vincenzo Sulis e avverranno proprio nella Torre dell’Espero Reyal, rinominata Torre Sulis in ricordo della lunga prigionia del capopopolo sardo. In particolare: un evento rivolto ai bambini chiamato “Ti conosco, sei Vincenzo” e in serata l’incontro con Antonio Budruni dal titolo “Alghero, sommovimenti politici di fine secolo” in memoria di Vincenzo Sulis.

Per quanto riguarda Bono, che festeggerà per due giornate, in particolare domenica 27 aprile si terrà un importante convegno su G.M. Angioy con la partecipazione di Vindice Lecis, la rappresentazione teatrale dei moti angioini ma soprattutto, come da tradizione, il passaggio di G.M. Angioy a cavallo.

Il programma di Cagliari, che si svolgerà il 27 e il 28 aprile, vede protagonisti il Comune in collaborazione con ANS (assemblea natzionale sarda) e la compagnia Figli d’arte Medas. Il 27 aprile,dopo aver scoperto la targa commemorativa del restaurato arco di Palanda ci sarà una fiaccolata fino a piazza costituzione e un flash mob in ricordo dei martiri della sarda rivoluzione. Gli spettacoli in piazza del Carmine il 28 aprile concluderanno le giornate di celebrazione. In particolare, sarà rappresentato il reading storico di Pietro Picciau “Giommaria Angioy l’esule” e il momento musicale finale con Claudia Aru, Franca Masu e Andrea Andrillo.

“Come assessora della cultura e pubblica istruzione parteciperò anche alle celebrazioni ufficiali in Consiglio Regionale, quest’anno col titolo “Sa die de sa Sardigna:le radici e le ali”, con la partecipazione di numerosi studenti e studentesse delle scuole sarde”, ha precisato Portas.

Importanti anche gli eventi curati dal “Comitato per Sa die de sa Sardigna” e gli eventi che, spontaneamente molti Comuni sardi stanno organizzando con le scuole o con la popolazione e le associazioni sia a livello di convegnistica, che di didattica, che di rappresentazione teatrale o di spettacolo.

La Regione Sardegna ha anche sostenuto il progetto “SA DIE!”, lo spettacolo che ripercorre le tappe più importanti degli avvenimenti storici che portarono ai “vespri sardi” presso Sa Manifattura con tre repliche durante la giornata.

“Sa die de sa Sardigna è il momento del ricordo di una giornata simbolicamente importante, certo non storicamente esaustiva, ma utile per rappresentare un periodo storico spesso non abbastanza conosciuto dagli stessi sardi – ha evidenziato l’assessora -. Quando fu istituita la giornata del popolo sardo, con la legge del 1993, si scelse di celebrare il 28 aprile 1794 di cui sarebbero trascorsi i 200 anni l’anno successivo alla legge stessa. Furono anni importanti per la riscoperta della storia sarda e anche per la voglia di riappropriarsi del concetto di essere popolo. Credo che in questi anni, lo spirito di quel periodo si sia un po’ affievolito e occorra senza indugio portare il tema nelle scuole. Perché è importante ricordare, ma non si può ricordare ciò che non si conosce. A noi che abbiamo vissuto la Cagliari negli anni ‘90 sono rimaste impresse le celebrazioni e le rappresentazioni che animavano la città, e soprattutto il quartiere Castello: la città era, per quella giornata, tornata teatro dei moti e della cacciata dei piemontesi del 1794″.

“Il mio sogno, condiviso anche con i rappresentanti del Comune di Cagliari – conclude l’assessora – è riportare quella rappresentazione nel cuore della città, in modo che l’immagine della storia resti impressa anche a studenti e alle studentesse di oggi”.

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