Le macerie della sanità delle zone interne. Questa la suggestione che ha spinto i rappresentanti del comitato ‘Sos sanità Barbagia Mandrolisai’ a portare decine di ruspe e mezzi pesanti sulla strada principale di Sorgono, per accogliere il direttore generale della Asl di Nuoro, Paolo Cannas. Una protesta nata per cercare di difendere i servizi in un centro in cui l’ospedale San Camillo rischia di perdere i servizi territoriali. Cannas, da programma, avrebbe dovuto incontrare i sindaci del Nuorese per un confronto proprio sulla sanità.
Il sit-in, però, si è trasformato in un vero e proprio faccia a faccia anche perché Cannas ha deciso di incontrare i cittadini di diversi Comuni della zona per rispondere alle tante domande sul futuro della sanità nel Nuorese. L’incontro è durato un’ora, necessaria per evidenziare le numerose criticità a partire dalla carenza di personale nell’ospedale San Camillo, la mancanza di medici di base e delle guardie mediche, il ridimensionamento del Pronto soccorso e dei servizi di specialistica.
Un faccia a faccia che non ha risparmiato momenti di tensione e nonostante questo il direttore generale è rimasto a chiarire con i manifestanti il fatto che “la sanità del Nuorese è all’anno zero e si dovrà ricostruire tutto dalle fondamenta”. Per fare questo ovviamente servono finanziamenti, anche perché la sanità in Sardegna ha un costo che vale praticamente mezza manovra di bilancio. Infatti, Cannas ha spiegato l’importanza delle opportunità economiche offerte dal Pnrr che potrebbero essere utilizzate per creare le infrastrutture per i servizi sanitari del futuro.
Si tratta di mettere in fila alcune priorità che lo stesso manager ha elencato. Una su tutte è la possibilità di avere un Pronto soccorso attivo ventiquattro ore su ventiquattro, rafforzare la telemedicina, avere la chirurgia per gli interventi programmati e potenziare il servizio di elisoccorso.
Per ora si tratta di ipotesi che il Comitato ha accolto come tali senza una chiusura definitiva nei confronti di Cannas ma è normale che per placare la protesta è necessaria la proca dei fatti. Per questo motivo è stato comunque confermato il prosieguo delle iniziative di protesta ed è stato fatto un avvisto al mondo politico regionale di non ostacolare, con i soliti giochi di potere e di interesse privatistico, l’auspicato nuovo corso della sanità pubblica.
L’incontro è poi proseguito all’interno dei locali dell’auditorium dove i sindaci del Nuorese hanno esternato la loro preoccupazione per un territorio notoriamente disagiato dal punto di vista logistico, ribadendo la volontà di tutelare i diritti fondamentali dei cittadini in tema di salute e proponendosi come interlocutori attivi nella ricostruzione del disastrato servizio sanitario locale.
A lanciare la sfida ai vertici della sanità in Sardegna c’è anche la Rete Sarda in difesa della Sanità pubblica. Dopo la manifestazione di ieri a Sorgono, promossa dal comitato Sos sanità Barbagia Mandrolisai, la portavoce di Rete Sarda, Claudia Zuncheddu, e Adriano Urru spiegano che “le grandi mobilitazioni popolari e la disponibilità della Rete Sarda a collaborare con chi ha potere decisionale, sono rimaste inascoltate. I tagli alla sanità non hanno conosciuto tregua. A nulla è servita l’Autonomia della Sardegna: le forze politiche che si sono alternate al governo, hanno contribuito in modo trasversale alla distruzione della nostra sanità pubblica prediligendo la privatizzazione e i sindaci dei 377 comuni sardi non hanno portato avanti le ragioni delle lotte delle proprie comunità”.