Il suo dna era nella banca dati dell’Arma. E quando in quella villetta di San Giovanni Suergiu svaligiata lo scorso agosto è stato trovata una traccia di sangue, i carabinieri l’avevano isolata con le opportune tecniche e consegnata a Cagliari ai colleghi del Ris: dagli esami è risultato che in quella casa era entrato proprio il serbo di 29 anni finito oggi in manette.
Il colpo venne messe a segno qualche giornio prima di Ferragosto, tra le 20 e le 23. Il 29enne entrato in azione entrò nella villetta dopo aver rotto la portafinestra della sala da pranzo. Aveva rastrellato tutto il possibile: bracciali, orecchini, catenine e soprattutto tutti i doni del bambino battezzato qualche giorno prima. Un bottino da oltre 5mila euro. L’uomo è stato denunciato alla Procura: deve rispondere di furto in azione pluriaggravato, un reato punito con una pena che va dai cinque ai dieci anni.