Rogo sotterraneo a Molentargius, area grande quanto un campo di calcio

E’ grande quanto un campo di calcio, circa novemila metri quadri, l’area del Parco di Molentargius interessata dal rogo sotterraneo che sta esalando fumi nocivi che hanno portato il sindaco di Quartu Stefano Delunas ad emettere diverse ordinanze per chiudere tre scuole e vietare l’apertura di porte e finestre nel raggio di 500 metri dal luogo in cui la terra brucia.

E’ quanto emerso nell’odierna riunione del Centro operativo comunale, che ha anche definito il crono programma degli interventi da attuare in emergenza. Gli operai della ditta Scalas di Assemini che si è aggiudicata la procedura negoziata accelerata – alla quale hanno partecipato tre aziende – hanno già iniziato i lavori per creare un varco nella fitta vegetazione della zona umida, operazioni che dureranno molto probabilmente sino a martedì 26 settembre. Presumibilmente lo stesso giorno i mezzi pesanti saranno in grado di passare nella nuova strada e cominceranno a trasportare l’argilla, che dovrà essere sparsa dai vigili del fuoco sull’area interessata al rogo sotterraneo, in modo da soffocare l’incendio.

L’appello
La Regione doti l’Arpas degli strumenti necessari per la verifica sulla natura e composizione delle immissioni create dal rogo nel sottosuolo del Parco di Molentargius, sulla loro pericolosità e sulle presumibili conseguenze che da tale pericolosità possono derivare alla popolazione. Soprattutto anziani, bambini e donne in attesa”. L’appello arriva dal senatore di Campo progressista Luciano Uras ricordando che è ormai “da più di due mesi, esattamente dal 14 luglio scorso, che si è manifestato un focolaio”.

“A tutt’oggi risulta non siano state installate (neppure in via provvisoria e per il solo controllo delle esalazioni in corso) le necessarie centraline per la individuazione e la misurazione delle pericolose tossine – denuncia il senatore – Una iniziativa necessaria, inevitabile, dettata dalle norme giuridiche ma soprattutto dal buon senso, caldeggiata in queste ore dal Comitato No diossina che difende i giusti diritti dei cittadini. Per questa ragione chiediamo all’assessore dell’Ambiente Donatella Spano di intervenire immediatamente”.

Lo stesso intervento di spegnimento annunciato per i prossimi giorni, secondo Uras, “può essere meglio valutato più opportunamente in ragione alla qualità del focolaio e delle emissioni dallo stesso, delle quali ancora oggi si ignora la vera natura. Le ipotesi fatte sono tutte legittime ma all’Arpas i cittadini chiedono una formale certificazione delle ragioni per le quali si è sprigionato il focolaio, della qualità dei materiali in combustione, della dimensione dell’inquinamento su terra, acqua e aria al fine di valutare i costi e i tempi della bonifica. E anche per consentire che gli operatori impegnati nello spegnimento siano garantiti sotto il profilo della salute”.

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