Screening di massa gratuito e su base volontaria e rientro in classe posticipato al 10 gennaio, utilizzando questi giorni per completare il giro di tamponi.
È la proposta del sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, alla Regione Sardegna per consentire un rientro a scuola in sicurezza dopo le vacanze natalizie. Il primo cittadino ribadisce la sua contrarietà alla didattica a distanza, prospettata negli ultimi giorni dal servizio igiene pubblica dell’Ats per tutto il sud Sardegna a seguito dell’impennata dei contagi e del dilagare della variante Omicron nell’Isola.
“Rispetto all’anno scorso nello stesso periodo abbiamo minori contagi, meno positivi e un numero di persone in terapia intensiva infinitamente inferiore – spiega Truzzu in un post su Facebook – Un anno fa la campagna vaccinale non era ancora iniziata. Oggi i risultati sono incontrovertibili. Come ho già detto in altre occasioni, sono contrario alla chiusura delle scuole. Non è giusto privare i nostri ragazzi di momenti fondamentali per la loro vita”.
Da qui la sua proposta: “Per garantire la ripresa con minori rischi possibili, la Regione metta in sicurezza il sistema scolastico attivando uno screening di massa, gratuito e su base volontaria, per tutti gli studenti che dovranno ritornare a scuola dopo le vacanze natalizie, utilizzando i tamponi a disposizione del servizio sanitario pubblico”.
Il sindaco si dice quindi d’accordo con la posizione espressa dal Coordinamento dei presidenti di circolo e di istituto: screening per tutti e riapertura il 10 gennaio. L’Amministrazione comunale, precisa Truzzu, “è totalmente a disposizione per affiancare Regione e istituzioni sanitarie nel lavoro organizzativo, utilizzando i giorni a disposizione fino alla fine della settimana”.
“Non vedo la necessità di far rientrare gli studenti a scuola il 7 gennaio, potrebbero benissimo ricominciare il 10, ma solo se questi due giorni servissero a garantire un ritorno in sicurezza magari attraverso una campagna di screening a campione, altrimenti sarebbe solo un giorno di vacanza in più”. Lo dichiara l’assessore dell’Istruzione della Regione Sardegna, Andrea Biancareddu, intervenendo sulla proposta lanciata dal sindaco di Cagliari Paolo Truzzu: “Sono perché la scuola rimanga aperta, ho sempre pensato che la didattica a distanza possa essere discriminatoria – chiarisce l’assessore – ma credo anche che sia più realistica una campagna a campione perché ultimamente si registra una carenza di tamponi”.
Ovviamente, ammette il titolare dell’Istruzione in Sardegna, la recrudescenza dei contagi a livello nazionale e regionale “deve portarci a fare una riflessione, quindi posso anche arrivare a ipotizzare una limitazione dei servizi mensa”. Tuttavia, ribadisce, “in nessun modo possiamo pensare alla chiusura, prima di altri luoghi, della scuola, che non è il luogo dove avviene la maggior parte dei contagi, oltretutto a chiunque deve essere garantito il diritto allo studio, cosa che in certi casi la dad ha eliminato a causa di spazi ridotti nelle case degli studenti e non solo”. Piuttosto, sottolinea l’esponente della Giunta Solinas, “si continui nell’operazione di portare i non vaccinati a non avere alternative al vaccino”.