Slitta di qualche settimana, ma comunque arriverà del voto del 25 maggio, il verdetto sul ricorso presentato al tribunale di Cagliari contro la legge elettorale delle Europee, la numero 10 del 2009. Così ha deciso, nell’udienza di questa mattina, il giudice della Prima sezione civile, Ignazio Tamponi.
La legge 10 è stata impugnata il 12 dicembre 2013 dall’Associazione per la tutela dei diritti dei sardi, perché nega all’Isola un seggio nel Parlamento di Strasburgo, uno scranno che invece alla Sardegna spetterebbe di diritto in quanto è una minoranza linguistica riconosciuta da una norma nazionale (la 482 del ’99). Di qui il ricorso affidato a Felice Besostri, uno dei tre avvocati che, mesi fa, ha combattuto la vittoriosa battaglia contro il Porcellum, dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Besostri è affiancato dai legali Roberta Tamponi, Luisa Armandi e Andrea Pattarozzi.
Lo slittamento di oggi si è reso necessario visto che, l’8 aprile scorso, l’Avvocatura di Stato ha fatto opposizione al ricorso. Il giudice Tamponi ha quindi dato tempo ai legali dell’associazione di presentare le loro controdeduzioni che andranno depositate entro il 23 aprile. Dopo di che, ogni giorno sarà utile alla Sezione civile di Cagliari per emettere la propria sentenza.
Gli scenari possibili sono tre: o il Tribunale respinge il ricorso, o lo rinvia alla Corte di giustizia europea oppure lo accoglie subito, come auspica l’Associazione. Il team di Besostri spera ovviamente nel colpo grosso e affida a una nota “la soddisfazione per l’udienza odierna, in quando il magistrato di Cagliari è stato il primo, tra i giudici di Milano, Napoli e Roma nei cui tribunali sono depositati analoghi ricorsi, a comprendere l’urgenza di una decisione”.
Sulla scia dei legali arriva anche il commento di Flavio Cabitza, il presidente dell’associazione: “Siamo davvero contenti che il magistrato di Cagliari abbia deciso di ridurre i tempi del giudizio, per farli coincidere con quelli elettorali”. Proprio Cabitza, due giorni fa, aveva lasciato trapelare la possibilità che il suo movimento presentasse una lista elettorale per Strasburgo, la lista della minoranza linguistica sarda. Ma il presidente non ha trovato l’apparentamento, obbligatorio per legge, con un partito nazionale. “Ragion per cui – spiega – abbiamo dovuto rinunciare. Ma nel caso in cui il Tribunale di Cagliari dovesse riconoscere le nostre ragioni, per evitare di perdere cinque anni di legislatura e farci assegnare subito il seggio che ci spetta a Strasburgo, annunciamo già da ora un secondo ricorso col quale chiederemo l’annullamento in Italia delle prossime elezioni europee”.
Alessandra Carta
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