Reddito di cittadinanza, truffa da 8 milioni di euro. Denunciate 300 persone a Cagliari

Scoperta a Cagliari una truffa da otto milioni di euro. L’intervento della Polizia di stato a Cagliari ha interessato 300 persone che percepivano illegalmente il reddito di cittadinanza. Si tratta di cittadini stranieri che hanno dichiarato falsamente di avere i requisiti e, tramite i C.a.f. o le Poste italiane, hanno trasmesso all’Inps la relativa domanda. Sono stati prontamente denunciati dalla Polizia. Gli indagati ricevevano il sussidio dal 2019, circa 600 euro al mese, e sono accusati di false autocertificazioni. Le indagini sono in corso, guidate dal dirigente Fabrizio Mustaro.

I denunciati sono stati poi segnalati all’Inps per la pronta revoca del beneficio. L’ente di previdenza, a sua volta, avvierà le procedure per recuperare le somme percepite in modo illecito. Non sarà facile. “La domanda, infatti, è basata su un’autocertificazione e sia il Caf sia l’Inps, che riceve l’istanza – spiega Mustaro – non hanno la possibilità di verificare che i potenziali beneficiari abbiano i requisiti autocertificati. Per questo il nostro lavoro, durato 8 mesi, è stato immenso e su una quantità di documenti abnormi che hanno impegnato gli agenti per tanto tempo”.

Gli accusati erano riusciti a ottenere il reddito di cittadinanza autocertificando falsamente di essere in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo o di avere la residenza in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due continuativi. In più, si è scoperto che che alcuni dei denunciati arrivavano nell’Isola appositamente per richiedere il contributo e, una volta ottenuto con le false dichiarazioni, ritornavano nei paesi di origine portando con sé la carta di credito delle Poste sulla quale si riceveva mensilmente il denaro. Non sarà facile reperire i soldi, in quanto risulterà difficile notificare loro il decreto penale oltre a non poter recuperare quanto percepito illecitamente, perché o sono irreperibili o sono nullatenenti. O ancora gli accordi bilaterali internazionali magari non prevedono la procedibilità dell’azione penale.

Le prime denunce risalgono a maggio 2022: dai 140 denunciati di allora, si è arrivate a 300 persone indagate.

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