Record di denatalità e morti in Sardegna: l’Isola perde oltre novemila abitanti in un anno

Al 31 dicembre 2022 la popolazione residente nella regione ammonta a 1.578.146 residenti, in calo rispetto al 2021 (-9.267 individui; -0,6%). Le donne sono il 50,9% della popolazione residente, superando gli uomini di circa 29 mila unità. L’età media si è innalzata rispetto al 2021 da 48,1 a 48,4 anni. Sono alcuni dei numeri forniti dall’Istat sul Censimento permanente della
popolazione e delle abitazioni avviato il primo ottobre.

Secondo il censimento “Sassari è la provincia più giovane (47,8 anni), Oristano quella più anziana (49,8 anni) – spiegano dall’Istat -. Gli stranieri censiti sono 50.211 (+1.811 rispetto al 2021), il 3,2% della popolazione regionale. Provengono da 153 Paesi, prevalentemente da Romania (22,5%), Senegal (8,5%) e Marocco (7,9%)”.

L’analisi si è anche soffermata sulle aree della regione: “Più di un quarto della popolazione (26,8%) vive nei comuni con un’ampiezza demografica compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti e il 17,1% vive nei due comuni con oltre 100.000 abitanti (Cagliari e Sassari) – sottolineano – . I comuni di montagna e della collina interna subiscono il maggior decremento di popolazione e presentano una struttura per età più vecchia”.

In particolare: “Più della metà della popolazione risiede nelle due province di Sassari (30,1%) e Cagliari (26,6%). Segue la provincia del Sud Sardegna, che con più di 330mila residenti raccoglie il 21,2% dei residenti della regione, Nuoro e Oristano ospitano il restante 22,1% della popolazione – precisano nello studio dell’Istat – La significativa diminuzione della popolazione residente in Sardegna nel 2022 è frutto della somma di due saldi negativi, quello naturale (-12.850 unità) e quello migratorio interno (–740), non compensata dai valori positivi del saldo migratorio con l’estero (+2.695) e dell’aggiustamento statistico (+1.628).

Tutte le province seguono l’andamento regionale, ad eccezione di Cagliari, che è l’unica ad avere un saldo migratorio interno positivo (+367); in particolare, Oristano è la provincia con il più basso saldo naturale (-1.591), mentre Sassari ha il saldo migratorio estero più elevato (+951) (Prospetto 2).

“In Sardegna, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità – spiegano ancora dall’Istat -, con una riduzione di quasi la metà rispetto alle nascite di inizio millennio. Prosegue la tendenza negativa del tasso di natalità, passando dal 5,2 per mille del 2021 al 4,9 del 2022, notevolmente più basso della media nazionale (6,7 per mille abitanti). A livello provinciale, rimangono pressoché stabili Cagliari e Sassari, mentre le altre tre province hanno uno scarto dello 0,5 per mille”

E poi: “Rispetto all’anno precedente il numero dei morti cresce di 1.960 unità, in linea con il progressivo invecchiamento della popolazione – precisano -. L’incremento dell’1,3% è comunque inferiore al dato nazionale (+2,0%). Il più elevato numero di decessi si è registrato nel primo trimestre dell’anno e nel mese di luglio. In questi quattro mesi si sono rilevati 7.698 decessi, quasi il 40% del totale, dovuti soprattutto alle condizioni climatiche avverse che hanno penalizzato individui anziani e/o fragili dal punto di vista delle condizioni di salute”.

Secondo l’analisi dell’Istat “la mortalità in Sardegna è superiore alla media nazionale (12,1 morti ogni mille abitanti) e si attesta al 13,0 per mille nel 2022 (dall’11,7 dell’anno precedente): i valori provinciali variano dal 15,0 per mille di Oristano all’11,5 per mille di Cagliari, che pur avendo il valore più basso ha subito l’aumento più consistente rispetto all’anno precedente”.

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