La Procura di Sassari ha chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Stintino, Antonio Diana, e altre dieci persone fra progettisti, costruttori e dipendenti dell’Ufficio tecnico comunale, accusati di reati ambientali nella costruzione del residence ‘309 Le Saline’, sulla costa del Sassarese.
Secondo quanto scrive La Nuova Sardegna, per il pm Mario Leo la struttura turistica, di cui sindaco è proprietario in società con altri, è sorta violando le norme urbanistiche regionali sul cosiddetto ‘lotto unico’, essendo stato costruito su un terreno esteso meno di tre ettari. Di segno opposto, evidentemente, la posizione degli imputati, secondo i quali al momento della presentazione dei progetti era vigente la norma secondo cui i tre ettari potevano essere distribuiti su più lotti. Il resort è stato costruito dalla società Logos che possedeva sette ettari di terreni adiacenti.
Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza, erano partite nel 2018 e avevano portato al sequestro preventivo della struttura edificata nel 2012 su 1,1 ettari, con giardino, piscina e nove camere per gli ospiti. Questi gli undici imputati: oltre al sindaco Diana, Antonio Fraghì (progettista), Annalisa Scano, Angelo Maria Solinas, Giuseppe Antonio Denegri, i costruttori Gavino Diana, Fausto Angelo Maddau e Alberto Diana, il responsabile del Suape di Stintino, Agostino Pilo, il responsabile del Servizio tecnico del Comune di Stintino, Giuseppe Mundula, e il responsabile del procedimento relativo all’autorizzazione Suape, Maurizio Loriga. Dovranno comparire davanti al gup, Carmela Rita Serra, il 15 maggio. Sarà la giudice per l’udienza preliminare a decidere sul rinvio a giudizio (o meno).
[Foto d’archivio]