Aveva realizzato una piantagione di marijuana al primo piano della sua casa, a Samassi, nel Medio Campidano, a 40 km da Cagliari. Scoperto dai carabinieri, è finito sotto processo ma ieri Marcello Mancosu, operaio, è stato assolto dal giudice monocratico del Tribunale di Cagliari perché il fatto non sussiste. Motivazione? La marijuana coltivata era di scarsa qualità, priva del principio attivo. La curiosa vicenda, raccontata oggi dal quotidiano L’Unione Sarda, è cominciata nel 2010. Le accuse a carico dell’operaio, dopo il blitz dei carabinieri, erano due: coltivazione non autorizzata di cannabis e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo venne denunciato e le piantine di canapa indiana sequestrate. Ma a salvare Mancosu, è stata la scarsa conoscenza nel campo della droga, o meglio del giardinaggio. Infatti, le piantine che curava nei vasetti erano di scarsa qualità e secche (non essiccate, come invece sarebbero dovute essere), quindi prive del principio attivo. Di qui l’assoluzione. A smontare le due accuse in aula l’avvocato difensore dell’operaio, Giovanni Antonio Lampis. “Si può parlare di coltivazione – racconta all’Unione Sarda – in caso di ciclo vegetativo attivo, ma qui siamo in presenza di piante e foglie secche che testimoniano un percorso concluso”. Nessuna possibilità di spacciare la droga, dunque, “perchè le piante – precisa l’avvocato – erano morte prima di sviluppare l’effetto stupefacente”.