Pubblico impiego, sindacati in piazza: “Stabilizzazioni e nuove assunzioni”

Nuove assunzioni nella sanità soprattutto per vincere la battaglia contro il Covid. E poi stabilizzazione dei tanti precari, maggiore sicurezza per tutti i lavoratori. Sono alcune delle ragioni che hanno portato i sindacati in piazza anche in Sardegna per lo sciopero generale della pubblica amministrazione. A Cagliari i rappresentanti delle sigle si sono ritrovati in piazza del Carmine. “Il pubblico impiego – spiega Roberta Gessa, segretaria regionale Fp Cgil – deve essere messo nelle condizioni di garantire servizi di qualità per i cittadini. E non è vero che si tratta di un settore privilegiato: guardiamo il lavoro degli operatori socio sanitari, ad esempio, è vediamo, a fronte anche di lavoro notturno, quanto percepiscono in busta paga”.

Sindacati all’attacco. “Le ragioni di uno sciopero che si fa finta di non capire sono per rivendicare maggiori risorsero – ha detto Fulvia Murru, segretaria regionale pubblico impiego Ui l- sono evidenti: le assunzioni strato rifinare in Sanità se non si fanno ora in piena emergenza pandemica non si faranno mai più”. Chiedono anche maggiori garanzie per tutti i lavoratori in prima linea come medici, infermieri, oss, tecnici di laboratorio e di radiologia, vigili del fuoco, polizia municipale, polizia carceraria, lavoratori delle impresse di pulizia, insegnanti. “Il diritto alla salute – continua Murru – deve continuare a essere per tutti i cittadini gratuito. Basta con i tagli nei settori strategici nel paese, i risparmi nella spesa pubblica si fanno tagliando stipendi ai super manager e consulenze inutili strapagate agli amici degli amici. Basta la lottizzazione della politica con la spartizione di poltrone nel settore pubblico”.

I sindacati chiedono soluzioni. “Il presidente della Regione – dice Davide Paderi, segretario generale della Cisl Funzione pubblica – a partire dalla prossima Finanziaria, deve dare risposte concrete ai molti problemi dei dipendenti pubblici di sua competenza e integrare, come in Italia hanno fatto altri presidenti di Regione – le risorse nazionali sulla sanità con risorse locali”.

Molta rabbia tra i lavoratori: “Anche in Sardegna – continua Paderi – i dipendenti pubblici e dei servizi scioperano per il sacrosanto diritto ad avere un contratto rinnovato che recuperi oltre 10 anni di ritardi, mortificazioni professionali e mancate risposte di cui hanno fatto le spese non solo i lavoratori, ma anche i cittadini tutti per le disfunzioni generate al sistema pubblico dalla politica dei tagli e dal non ascolto delle proposte dei sindacati. Il Covid 19 ha dimostrato il valore prezioso del servizio pubblico, ma a Roma e a Cagliari gli ‘eroi’ sono stati dimenticati nel volgere di pochi mesi”.

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