Proteste a Lula per il prezzo del latte: procedimento archiviato per 25 indagati

Buone notizie per 25 manifestanti che hanno partecipato il 13 febbraio alla grande protesta sul prezzo del latte a Lula. Erano finiti sotto inchiesta per diversi reati tra cui violenza privata, imbrattamento, danneggiamento, manifestazione non autorizzata e, soprattutto, per il reato di blocco stradale. L’associazione Libertade, che ha tutelati gli indagati, annuncia la decisione di archiviare tutto presa dal gip del Tribunale di Nuoro. “Con un’ampia motivazione il giudice accoglie tutte le argomentazioni già pronunciate dagli avvocati Giulia Lai, Marcella Cabras, Adriano Sollai e Michele Zuddas, i quali hanno ribadito a più riprese che la manifestazione si svolse pacificamente e che ogni condotta rientrava nel diritto di ogni individuo di manifestare pacificamente il proprio dissenso – spiegano i legali dell’associazione Libertade -. Ricordiamo infatti che per gli stessi fatti un comune cittadino, partecipante alla protesta, era stato raggiunto da un provvedimento di ritiro delle armi avverso il quale pende ancora un ricorso gerarchico presso il ministero dell’interno”.

Gli avvocati riportano le parole del giudice, che ha accolto la richiesta di archiviazione arrivata martedì 17 settembre dalla pm Ilaria Bradamante. “Non sussiste violenza privata poiché il conducente del camion faceva salire i manifestanti ad ispezionare il veicolo di propria volontà; non vi è stato sversamento dei prodotti trasportati, poiché i manifestanti hanno rovesciato bidoni del latte da loro stessi portati sul luogo, e che pertanto non vi è stato danneggiamento del carico del furgone e del relativo carico – si legge -; lo sversamento del latte non può integrare il reato di imbrattamento; non vi è alcuna condotta riconducibile al reato di cui all’articolo 650 c.p.; ritenuto che in relazione ai reati di cui agli art. 18 Tulps, articolo 1 del decreti legislativo 66 del 1948 commessi in Lula non è emersa alcuna specifica condotta penalmente rilevante ascrivibile agli indagati”. Esultano gli avvocati per la decisione del giudice: “Ancora una volta l’associazione ribadisce che in uno stato di diritto, ogni individuo è dotato di libertà fondamentali, tra le quali vi è quella di poter manifestare pacificamente e riunirsi liberamente nei luoghi pubblici“.

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