Lavoratori della sanità in piazza a Cagliari per lo sciopero generale di 24 ore promosso dal sindacato del NurSind. Il manifesto simbolo è un cartello mostrato da una dipendente. Lo stemma è quello della Sardegna, ma le bende dei quattro mori riportano le scritte: “Sfruttati, sottopagati, aggrediti, umiliati”. Un altro cartello: “siamo gli eroi dimenticati”.
Infermieri, operatori sanitari e altri lavoratori si sono ritrovati a pochi passi dal Consiglio Regionale. Presenti i delegati di tutta la Sardegna. “Con questo sciopero non desideriamo creare ulteriore disagio ai cittadini – hanno detto subito i rappresentanti del NurSind – desideriamo però che tutti sappiano e riconoscano che gli infermieri sono una risorsa fondamentale per tutti i sistemi sanitari del mondo, anche se evidentemente non abbastanza per il nostro Governo e le nostre Regioni. Infatti, il governo Draghi non ha ritenuto di dare alcun segnale di vicinanza agli operatori sanitari (infermieri, ostetriche, Oss, ecc), erogando già da questo mese le risorse stanziate a dicembre 2020. Il personale medico già da un anno ha giustamente ricevuto mezzo miliardo di euro, il restante personale sanitario e sociosanitario ancora attende”.
Mobilitazione anche della Usb davanti all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, presidio Covid del capoluogo. “Nonostante il personale del comparto sanitario – spiega il sindacato – sia da tempo immemorabile sotto organico, si continua col blocco delle assunzioni anche adesso che devono sopportare il peso della pandemia da Covid-19.
A ciò si risponde “allungando a dismisura le liste d’attesa per interventi di vario tipo, tanto che nelle chirurgie gli interventi sono diminuiti del 30 ed in alcuni casi del 50 per cento; hanno risposto con la chiusura di interi reparti dei piccoli ospedali territoriali causando l’intasamento degli ospedali maggiori; hanno causato l’allungamento delle liste d’attesa per visite specialistiche ed esami clinici, costringendo i pazienti a rivolgersi alle strutture private”. Sciopero – spiega Usb – anche “il sovraccarico del Pronto soccorso”.