Hanno trascorso la giornata e la notte in piazza Matteotti e nella zona del porto i 100 migranti eritrei che ieri, per il secondo giorno consecutivo, si erano piazzati davanti ai cancelli dell’ingresso traghetti per chiedere di poter lasciare la Sardegna. In 51 in possesso dei documenti ieri erano pronti a salire su una nave della Tirrenia, ma non sono riusciti a partire perché non avevano denaro a sufficienza per acquistare i biglietti, con destinazione Civitavecchia. Oggi pomeriggio il gruppo dovrebbe riuscire a lasciare l’isola.
In zona rimangono comunque circa 40 profughi che non hanno documenti o soldi per il titolo di viaggio e che quindi difficilmente potranno partire. A loro potrebbero aggiungersi altri eritrei ospiti nelle varie strutture di accoglienza nella provincia di Cagliari e dell’isola. La Polizia tiene costantemente sotto controllo la situazione.
Sul tema migranti, intervenendo al Tavolo di Coordinamento regionale, il presidente di Anci Sardegna Pier Sandro Scano ha dichiarato: “Riconfermiamo la linea espressa all’unanimità dall’assemblea dei Sindaci sardi. Ci è estranea ogni impostazione improntata a sentimenti di egoismo e di indifferenza, siamo senza tentennamenti per l’accoglienza e la solidarietà. Non si può tacere che le istituzioni hanno il dovere di esercitare questi valori, misurandosi con i problemi che il fenomeno porta con se e, dunque, ragionando sui numeri, sulle risorse, sul governo e sul controllo dei processi in atto. L’approssimazione e l’improvvisazione non giovano ad alcuno. Cogliamo l’occasione della autorevole presenza del Prefetto Morcone per dire che il Governo Italiano deve rilanciare l’urgenza che l’Unione Europea metta in essere processi di governo del fenomeno migratorio. Occorrono politiche nei paesi di provenienza di contenimento del flusso, di selezione degli ingressi e di cooperazione per lo sviluppo”.
Una nota arriva anche dal coordinatore regionale di Fdi, Salvatore Deidda: “L’accoglienza e il presunto sistema di gestione degli sbarchi rischiano di saltare. Il Ministero, ci risulta, non sta erogando da mesi i soldi promessi alle strutture che hanno accolto i presunti rifugiati e oggi queste stanno avendo grosse difficoltà a mantenerli”. Quanto agli eritrei sbarcati a Cagliari, Deidda dice: “Non possono essere considerati profughi, come dimostra la decisione di un cantone svizzero. Idem per nigeriani, algerini, marocchini, senegalesi, Gambia e altri dell’Africa centrale. Sono quindi clandestini”. Per questo “c’è un pericolo di rivolta sociale”. Deidda denuncia infine che i 13 agenti l’ufficio immigrazione della Polizia di Cagliari “sono al collasso”, dovendosi occupare degli sbarchi e degli stranieri regolari. “Chi fa le cose in regola – conclude – rischia di non veder evasa o evasa in ritardo per la grande molo di lavoro dovuta agli arrivi irregolari e perché non si hanno le gli organici delle forze dell’ordine al completo. Non solo a Cagliari: nella Barbagia i carabinieri sono sotto organico di 50 unità”.