“Pronti a bloccare le esercitazioni militari”

“Per ora ci siamo limitati ai cancelli del poligono, ma se la vertenza con lo Stato non darà frutti, bloccheremo le esercitazioni militari”. Le ragioni di chi protesta contro la base.

“Per ora ci siamo limitati ai cancelli del poligono, ma se la vertenza con lo Stato non darà i frutti sperati, bloccheremo anche le esercitazioni militari”. Lo afferma il presidente dell’associazione degli imprenditori locali (Lait) Mario Uda all’indomani del blocco portato da centinaia di teuladini all’ingresso della base (leggi), un’azione con cui la comunità ha voluto denunciare l’insostenibile presenza del poligono nel proprio territorio. Intanto, la protesta si sposta a Cagliari, dove martedì 15 i teuladini busseranno alla porta della Giunta guidata da Francesco Pigliaru insieme al movimento “Artigiani e commercianti liberi”. La Lait presenterà diverse richieste: istituzione di una fiscalità di vantaggio per Teulada, bonifiche, stop alle esercitazioni per sei mesi all’anno e libero accesso alle spiagge interdette.

Emergono poi nuovi particolari sull’azione di mercoledì scorso. “Durante il blocco– racconta Uda – il vicecomandante del poligono ha raggiunto il nostro presidio, proponendoci un incontro all’interno della base, ma abbiamo rifiutato, sarebbe stato un atto di servilismo. Sono loro a dover venire da noi, chiedendo un incontro nelle sedi istituzionali”. “Nel frattempo – continua il presidente dell’associazione – abbiamo visto i militari tagliare le reti per uscire dalla base”.

Insomma, dopo sessant’anni, Teulada vuole voltare pagina o quantomeno riscrivere il rapporto con il poligono. Ma alcune precisazioni sono necessarie per Uda: “La nostra è una vertenza contro lo Stato, non contro i militari, che in molti casi sono nostri parenti, gente che non ha avuto altre possibilità se non quella di arruolarsi”.

Per Uda, il problema è dunque lo Stato, “che sparge veleni e non bonifica, mentre incassa milioni di euro con l’affitto del poligono. Senza attivare nessuna forma di redistribuzione”. A usufruire degli indennizzi sono solo i pescatori, “finalizzati al solo scopo di tenere mansuete alcune categorie mentre altre muoiono per mancanza di mercato. Ma oggi la comunità appare coesa”, assicura Uda.

Insomma, “o lo Stato va via, e sarebbe questo lo scenario migliore, oppure qua si riscrive tutto”, dice Uda. “Se il poligono dovesse continuare ad esistere – continua il presidente dell’associazione – ci vuole una legge che istituisca la fiscalità di vantaggio per Teulada”. E si parla già di cifre: “Dieci milioni di euro sono niente a fronte di un bilancio di oltre venti miliardi di euro come quello del Ministero della difesa”, spiega il portavoce della Lait. E aggiunge: “In questo modo potremo pagare le bollette, la Tares e rilanciare la nostra economia. Poi ci vogliono le bonifiche e l’istituzione di un osservatorio che monitori l’inquinamento di aria, acqua e suolo. Chiediamo, inoltre, l’accesso alle spiagge, il nostro bene più prezioso, e la restituzione alla comunità di alcune aree non più utilizzate dai militari”.

Per la Lait, su questi punti deve intervenire anche la politica, “che qui è già stata sanzionata per le sue inadempienze – ricorda Uda nel citare i dati dell’astensionismo registrato a Teulada -. Alle scorse elezioni, l’80% dei teuladini ha disertato le urne”.

Piero Loi

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share