Progetto Eleonora al Tar, Comitati e 5 Stelle attaccano la Saras

“Tar o non Tar, metano o non metano, prima di tutto la salute delle popolazioni e l’integrità dell’ambiente: quello della Saras resta un folle progetto di trivellazione delle terre agricole di Arborea, un progetto che non potrà mai vedere luce, Moratti se ne faccia una ragione”. Così il senatore del M5s Roberto Cotti ha commentato le ultime dichiarazioni della Saras dopo il rinvio al 13 gennaio dell’udienza del Tar sul suo ricorso contro la bocciatura del Savi.

“La Saras – aggiunge il senatore cinquestelle – dice che il Progetto Eleonora è trasparente, che tutti gli elementi sono a disposizione dei cittadini e che in caso di estrazione del metano alla Regione Sardegna entrerebbero royalties e tasse per un totale di 540 milioni di euro? Barzellette, provi semmai la Saras ad interrogarsi sui costi dei possibili danni alla salute, all’ambiente e al contesto economico-sociale del territorio, prima di chiosare su fantomatici vantaggi. Solo la bieca ricerca dell’interesse privato, con la scontata socializzazione delle perdite, può spiegare la folle idea di andare a trivellare un sito che si trova a circa 200 metri di distanza dalle aree umide di importanza internazionale tutelate Convenzione di Ramsar, dove vige un vincolo paesaggistico e di conservazione integrale, un sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale, area peraltro interessata dalla più avanzata agricoltura dell’Isola”. “Le chiacchiere della Saras stanno a zero e il distintivo oramai non fa paura più a nessuno, forse solo a Renzi”, conclude Cotti.

Anche il Comitato No Eleonora è intervenuto sulle dichiarazioni della Saras, ribadendo che non cambia “la forma e la sostanza della nostra totale opposizione a questo progetto. Un progetto che è stato bocciato per la sua incompatibilità strutturale con il PPR – spiegano in una nota – e dunque anche da un punto di vista ambientale, e non per un mero cavillo a livello urbanistico. Ribadiamo l’incompatibilità di questo progetto con l’ambiente, la storia e l’economia del nostro territorio e richiamiamo l’attenzione sul tentativo di Saras di modificare in corsa i suoi piani e lo svolgimento del progetto. Appare ormai evidente il tentativo di Saras di allungare quanto più possibile i tempi di modo da poter usufruire dei benefici del decreto “Sblocca Italia”, che rischia di esautorare totalmente le Regioni sulla potestà decisionale sui temi della ricerca ed estrazione di idrocarburi”.

“Così come appare evidente il tentativo di Saras di cercare di focalizzare l’attenzione sull’aspetto meramente esplorativo di questo pozzo, quando in realtà la società stessa ha inserito all’interno dello Studio di Impatto Ambientale la necessità di ulteriori quattro pozzi estrattivi per lo sfruttamento dell’eventuale giacimento”, si legge ancora nella nota. “In evidente contrasto dunque con le dichiarazioni dei propri legali, che forse non hanno studiato a fondo le carte e non conoscono i dettagli del progetto. Non si capisce infatti per quale motivo Saras continui a pubblicizzare i benefici ipotetici dello sfruttamento, i quali potrebbero essere tali solo ad opere totalmente concluse – e quindi con i cinque pozzi totali operativi – ma contemporaneamente sottolinei la necessità di autorizzare esclusivamente il pozzo esplorativo. Un pozzo esplorativo è sempre finalizzato all’esplorazione e non si può considerare l’avvio della prima fase separatamente da quella di coltivazione. Il tentativo maldestro di sviare l’attenzione dell’opinione pubblica non riuscirà nemmeno questa volta, così come non è riuscito negli ultimi tre anni. Continueremo a vigilare e a tenere alta l’attenzione sulla decisione di Saras di calpestare ancora una volta la volontà di un intero territorio che non ha alcuna intenzione di subire un progetto calato e imposto dall’alto”.

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