Veleni di Quirra, la Consulta: “Nessun risarcimento a Regione sarda”

Il processo sui cosiddetti “veleni di Quirra” contro i vertici che hanno guidato il poligono interforze di Perdasdefogu, in Ogliastra, dal marzo 2001 al 2012, può riprendere ma la Regione Sardegna non sarà ammessa al risarcimento per danno ambientale. Lo ha deciso la Corte Costituzionale lo scorso 19 aprile con sentenza depositata oggi in cancelleria. Secondo la Consulta, la titolarità della richiesta di risarcimento in materia di diritto ambientale spetta in via esclusiva al ministero dell’Ambiente e quindi allo Stato. La Corte era stata interpellata dal Tribunale di Lanusei a fronte della richiesta della Regione per dichiarare l’illegittimità costituzionale dell’articolo 311 del Testo unico ambientale che appunto dispone che il risarcimento venga chiesto solo dal ministero competente.

“All’esigenza di unitarietà della gestione del bene ‘ambiente’ non può sottrarsi la fase risarcitoria – scrivono i giudici – Essa, pur non essendo certo qualificabile come amministrativa, ne costituisce il naturale completamento, essendo volta a garantire alla istituzione su cui incombe la responsabilità del risanamento, la disponibilità delle risorse necessarie, risorse che hanno appunto questa specifica ed esclusiva destinazione. Tutto ciò – si legge ancora nella sentenza – risulta con particolare evidenza nella vicenda in esame, in cui la natura dell’ambiente interessato – Poligono Interforze Salto di Quirra e del suo distaccamento a mare di Capo S. Lorenzo e il tipo di interventi di cui si assume la necessità escludono la possibilità che istituzioni diverse dallo Stato siano abilitate ad effettuare l’opera di ripristino, cosicché sarebbe manifesta la irragionevolezza di un sistema in cui queste altre istituzioni, non onerate di tale compito, potessero avanzare pretese di risarcimento”.

La Regione. “Una sentenza che ci aspettavamo, ne prendiamo atto e ci auguriamo che il processo riprenda presto e che vada avanti”: l’avvocato Angela Serra, legale della Regione Sardegna nel processo sui cosiddetti “veleni di Quirra”, commenta così con l’ANSA la pronuncia della Corte Costituzionale. “Rimaniamo comunque dentro il processo – ha sottolineato il legale – in quanto ci siamo già costituiti parte civile per danno di immagine e danni patrimoniali. In questo anno e mezzo di sospensione del processo in attesa della pronuncia della Corte, è rimasto sospeso anche il termine di prescrizione, quindi il processo può ripartire da dove era rimasto. A questo punto è il tribunale di Lanusei che dovrà decidere i tempi e modi”.

L’avvocato difensore degli otto generali imputati. “La sentenza della Corte Costituzionale non mi ha sorpreso. Dal punto vista giuridico ritenevo infondate le questioni prospettate dalla Regione, anche perché esistevano pronunciamenti della Corte che avevano già affermato la competenza esclusiva dello Stato a chiedere i danni ambientali così come previsto dall’articolo 311 del Testo unico”. È quanto dichiarato all’ANSA dall’avvocato Francesco Caput, difensore di cinque degli otto generali imputati nel processo a Lanusei sui cosiddetti “veleni di Quirra”. “Questa sentenza attiene all’ambito della responsabilità civile – sottolinea il legale – Adesso il dibattimento riprenderà con le costituzioni di parte civile (oltre 70, ndr) come presentate, ad esclusione della parte del risarcimento di danno ambientale richiesta dalla Regione che rimarrà comunque nel processo per le altre richieste. Noi difensori, appena si ripartirà, presenteremo tutta una gamma di eccezioni al processo che è nella sua fase preliminare e deve ancora decollare”. Il tribunale di Lanusei già la prossima settimana dovrebbe fissare la data della prossima udienza: tutto è fermo dal 18 dicembre 2014, proprio in attesa della pronuncia della Consulta. Sempre il tribunale dovrà decidere a quale giudice assegnare il procedimento, visto che il titolare, il giudice monocratico Nicola Caschili, è stato trasferito a Cagliari. “Bisogna capire – conferma l’avvocato di parte civile della Coldiretti e dei pastori dell’area di Quirra, Marco Pilia – se il processo rimarrà allo stesso giudice o a chi verrà assegnato, io credo che già dai prossimi giorni lo sapremo. Da parte nostra, con i nostri assistiti non vediamo l’ora che il processo ricominci per ottenere una parola di chiarezza sull’inquinamento a Quirra e nello stesso tempo definire le responsabilità”.

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