Processo sui ‘Veleni di Quirra’, in aula i filmati delle esplosioni

Sono stati i filmati effettuati dai militari del poligono di Quirra e riprodotti oggi dal regista di ‘Materia Oscura’ sui fatti del poligono, Massimo D’Anolfi, ad andare in scena oggi nel tribunale di Lanusei dove si celebra il processo sui cosiddetti ‘veleni di Quirra’. Il regista era stato incaricato dalla Procura, subito dopo l’avvio delle indagini, di riprodurre le registrazioni dove si assiste a brillamenti, lancio di missili Milan e esplosioni dei tubi con i fumi tossici che ne sono derivati. Tre ore di filmati, nel quale sono condensati tutte le attività militari, responsabili secondo l’accusa dell’inquinamento ambientale nel poligono di Quirra. Filmati che il regista ha consegnato al giudice monocratico Nicole Serra e che sono stati visionati in aula.

Nel pomeriggio a tenere banco è stata la testimonianza di Mauro Artizzu, in servizio militare nel poligono di Perdasdefogu nel 1997. L’uomo, che era stato chiamato in causa dal teste Cesare Contu (studente di Giurisprudenza di Jerzu all’epoca delle indagini) che nella scorsa udienza ha riferito all’aula le parole di Artizzu su cosa accadeva nella base militare in quegli anni. Artizzu ha però negato quanto raccontato a Contu, ovvero i continui brillamenti, le buche dove venivano interrati bombe, proiettili e munizioni, e le esplosioni con la conseguente polvere che si espandeva nei terreni e nei paesi vicini.

Conversazioni che erano state registrate da Contu. Ma Artizzu ha dato una sua spiegazione al giudice: “Volevo prendere in giro Cesare Contu”, ha detto. L’uomo è stato più volte ammonito dal giudice e contestato dai Pm Biagio Mazzeo e Daniele Loi, ma ha sempre negato di aver detto quelle parole. Sul banco degli imputati ci sono otto ex comandanti del Poligono di Perdasdefogu dal 2004 al 2010: Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni, Carlo Landi e Paolo Ricci, oltre ai comandanti del distaccamento dell’Aeronautica di Capo San Lorenzo, Gianfranco Fois e Francesco Fulvio Ragazzon. Per tutti l’accusa è di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri, perché non avrebbero recintato e interdetto al pubblico le zone militari. Il processo riprenderà il 10 gennaio 2018.

 

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