Processo per i veleni di Quirra: assolti gli otto comandanti

Assolti perché non c’è idonea prova che abbiano commesso il fatto contestato. È la sentenza pronunciata questo pomeriggio dopo 4 ore di camera di consiglio, dalla giudice monocratica del tribunale di Lanusei, Nicole Serra, nei confronti degli 8 comandanti che hanno guidato il poligono di Perdasdefogu dal 2002 al 2010.

Erano accusati di omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri per non aver interdetto le aree dove si svolgevano brillamenti e lanci di missili e dotato il personale delle necessarie protezioni.

L’assoluzione per i cosiddetti “veleni” di Quirra è stata emessa nei confronti dei generali Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni, Carlo Landi e Paolo Ricci, comandanti del poligono interforze del Salto di Quirra, e degli ufficiali Gianfranco Fois e Francesco Fulvio Ragazzano, a capo del distaccamento a mare di Capo San Lorenzo. Solo alcuni di loro erano presenti oggi in aula.

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“Leggeremo le motivazioni della sentenza per valutare una eventuale impugnazione – dice all’Ansa il pm, Biagio Mazzeo subito dopo il verdetto – Nel merito posso dire che mi dispiace che non ci siano colpevoli per certe illiceità che noi riteniamo provate: il disastro ambientale, le malattie e gli infortuni derivanti dalle attività del poligono”.

“È una sentenza giusta – commenta l’avvocato di parte civile Gianfranco Sollai – il responsabile del disastro ambientale è lo Stato, non i comandanti. Se questa attività dovesse continuare faremo altre denunce”.

Soddisfatti i difensori degli imputati. “Era un risultato sperato noi eravamo convinti che questo dovesse essere il finale”, spiega Pierfrancesco Caput. “L’esito del processo è diametralmente opposto rispetto agli atti indicati nell’accusa – aggiunge un altro legale della difesa, Leonardo Filippi – Siamo soddisfatti perché è arrivata una sentenza che speriamo abbia posto fine a tutta una serie di racconti che non hanno mai trovato riscontro in tutto ciò che è emerso dall’accusa a processo”.

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