Si apre oggi a Roma, secondo quanto si legge su La Nuova Sardegna oggi in edicola, il dibattimento sul filone sardo del processo P3. I giudici del tribunale di Roma esamineranno il faldone di intercettazioni che riguardano anche il rapporto tra l’ex presidente di centrodestra della Regione, Ugo Cappellacci, e il faccendiere sassarese Flavio Carboni. I fatti su cui si indaga risalgono al 2009, quando Cappellacci era stato appena eletto anche grazie all’appoggio e al sostegno in prima persona dell’allora premier Silvio Berlusconi. A suo carico le accuse di abuso d’ufficio e corruzione per la nomina sospetta di Ignazio Farris ai vertici dell’agenzia regionale Arpas nel ruolo chiave per le autorizzazioni ambientali.
Sul neo-governatore si scatenano allora pressioni evidenti per gli interessi che ruotano attorno a due settori: le bonifiche del Sulcis e di Porto Torres e l’energia eolica, da sfruttare attraverso i parchi. Pressioni ammesse dallo stesso Cappellacci, ora consigliere regionale di Forza Italia, davanti ai pm Giancarlo Capaldo e Rodolfo Sabelli. Servono però le autorizzazioni, ecco quindi entrare in scena – secondo la ricostruzione degli inquirenti – due personaggi di spicco, vicini a Berlusconi: Denis Verdini e Marcello Dell’Utri. Nonché il dirigente regionale Gabriele Asunis. Il contatto chiave da nominare al posto giusto, ai vertici dell’agenzia regionale Arpas, da cui dipendevano le concessioni era appunto Ignazio Farris. E così è stato.