Francesco Corsiglia ha risposto a tutte le domande del procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, negando di aver usato violenza nel rapporto sessuale che ha ammesso di aver avuto con la studentessa italo norvegese la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta di Porto Cervo della famiglia Grillo. Circa cinque ore di interrogatorio in cui ha ribadito la sua innocenza.
Come già emerso ieri al processo, Francesco Corsiglia è l’unico dei quattro imputati genovesi che si è sottosto oggi 14 giugno all’esame da parte del collegio giudicante di Tempio Pausania, presieduto da Marco Contu. Al contrario: Ciro Grillo, figlio di Beppe, Vittorio Lauria e Edoardo Capitta non risponderanno alle domande delle parti, ma rilasceranno spontanee dichiarazioni prima della chiusura del dibattimento. Sono tutti accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza italo norvegese (all’epoca 19enne). Il fatto era accaduto nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 all’interno della villetta di Porto Cervo della famiglia Grillo.
Corsiglia ha negato: “Lei era consenziente”, ha detto confermando le dichiarazioni rese 5 anni fa al pm e ribadendo che era presente al momento del presunto stupro di gruppo.
Difeso dagli avvocati Antonella Cuccureddu e Gennaro Velle, Corsiglia torna in aula per la seconda volta dall’inizio del processo e risponderà a tutte le domande. Nel 2022 aveva rilasciato dichiarazioni spontanee negando ogni addebito.
L’esame dell’imputato potrebbe non concludersi oggi, mentre le parti dovranno indicare al tribunale quali conversazioni far tradurre dal perito di una chat intercorsa, un anno prima dei fatti, tra la presunta vittima e una sua amica norvegese.