“Soltanto con la riduzione del servizio postale da cinque a tre giorni alla settimana i posti di lavoro a rischio in Sardegna sono circa il 30% (750 unità); quanto agli uffici postali, una razionalizzazione spinta che guarda solo alla redditività potrebbe determinare l’abbandono dei piccoli centri periferici”. Maurizio Campus, del coordinamento di Slp Cisl, spiega cosa succederà nell’Isola se la privatizzazione di Poste Italiane dovesse andare in porto.
Oggi a Cagliari, come in altre città d’Italia, si è tenuto un sit-in dei sindacati (Cisl con Ugl, Confsal, Failp Cisal) per chiedere al Governo di “evitare questa scelta scellerata” e per “sensibilizzare la cittadinanza sulla gravità della situazione”. La protesta s’infiamma, dunque, mentre in questi giorni il Parlamento esamina il decreto di privatizzazione. Sindacati e dipendenti erano già scesi in piazza nel novembre del 2016. “Il decreto deve essere assolutamente ritirato – aggiunge il segretario di Ugl Comunicazione, Marco Murgia – in caso contrario, con la chiusura degli uffici, lo spopolamento dell’interno della Sardegna raggiungerebbe livelli ancora più preoccupanti”.