Primo giorno di scuola per gli studenti sardi, ma non mancano i problemi

Da stamattina studenti sardi tutti sui banchi di scuola. Qualcuno era entrato il 13, altri il 14 per le scelte dei singoli istituti che hanno la possibilità di varare calendari da adattare alle proprio autonomie. Ma oggi, con l’avvio ufficiale fissato in Sardegna, dovranno dire presente tutti i 202.338 iscritti, dalle scuole dell’infanzia alle secondarie di secondo grado. Non senza problemi, legati all’autocertificazione dei vaccini e alle carenze dei docenti di sostegno.

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru questa mattina è a Villaspeciosa per la simbolica inaugurazione che riguarda tutta l’isola. E l’assessore regionale dell’istruzione Giuseppe Dessena ricorda in una lettera di benvenuto a studenti, docenti e personale i passi avanti contro la dispersione. “La nostra isola- ricorda- quando siamo arrivati alla guida del governo regionale, era la pecora nera d’Italia in termini di percentuale di dispersione scolastica. Ci confortano i numeri e le statistiche che ci restituiscono un miglioramento sensibile della situazione: tanto lavoro ancora resta da fare ma questa è la strada giusta”.

Nei giorni scorsi ci sono stati dei problemi in una scuola dell’infanzia di Elmas per la questione vaccini: non ammessi otto bambini perché senza certificazione o autocertificazione. Una situazione che potrebbe ripetersi, ma soltanto negli asili. Negli altri istituti le segreterie devono ammettere gli studenti e possono, in mancanza di documenti, girare il caso alle Assl. Settemila gli studenti disabili, ma il problema riguarda ancora i docenti specializzati nel sostegno: troppo pochi per il fabbisogno. E poi ci si mette anche la burocrazia: diversi neospecializzati stanno apprendendo dalle scuole che la graduatoria che tiene conto del loro titolo conseguito lo scorso maggio non è ancora a disposizione delle segreterie. E – questo il succo delle loro lamentele – i supplenti freschi freschi di specializzazione rischiano di essere scavalcati o chiamati in ritardo. Rimane anche il problema del personale Ata dopo l’ultima ondata di trasferimenti: i sindacati sono sul piede di guerra.

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