Dopo la bomba al sindaco di Bultei, nel Sassarese, e la richiesta di una maggiore attenzione verso le comunità locali, oggi l’Anci Sardegna si schiera contro l’annunciata chiusura degli uffici postali e l’accorpamento degli istituti scolastici, notizie che, secondo il presidente Pier Sandro Scano, “andrebbero nella direzione esattamente contraria a ciò che di cui sarebbe oggi necessario”. Per questo motivo l’Anci sostiene che “il clima di dialogo, che caratterizza quest’ultima fase nei rapporti tra Regione ed Enti Locali, deve essere fatto valere in pieno su queste materie, e deve produrre fatti, per ricercare in modo condiviso le risposte possibili e opportune a questa difficile situazione”.
“Non si può non aver chiaro che la chiusura della scuola, e in qualche caso la coincidente riduzione del servizio postale, possano diventare il simbolo, aldilà delle intenzioni, della condanna all’estinzione di tanti piccoli comuni – stigmatizza -. Senza dimenticare gli effetti della sciagurata decisione di tassare con l’Imu agricola i terreni nei comuni svantaggiati. Il piano di Poste Italiane, illustrato in questi giorni ai sindacati, contiene la decisione di procedere ad alcune chiusure e a nuove limitazioni dell’apertura degli uffici in diversi comuni. Noi ci opponiamo decisamente a questo scenario – sottolinea Scano -. Cattive notizie giungono anche sul fronte del dimensionamento scolastico dove, pur con l’esigenza motivata dal punto di vista didattico di limitare le pluriclassi, si rischia di andare alla chiusura dei Punti di erogazione scolastica in una quarantina di piccoli comuni sardi”.
I Comuni a rischio sono: Turri, Genuri, Tuili, Pauli Arbarei, Nurallao, Ballao, Modolo, Borutta, Esporlatu, Nughedu San Nicolò, Cheremule, Ardara e Romana. Probabile la chiusura di uffici anche nel capoluogo regionale, a Cagliari.
Leggi anche: Pd, Sel e Cgil contro Poste Italiane: “Recapitano “il pacco” anche nell’Isola”