Il Tribunale di Cagliari ha ordinato di riaprire l’istruttoria del processo contro un attivista sardo, Mauro Aresu, 37 anni, accusato di diffamazione, istigazione a delinquere e minacca nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, per un post su Facebook nel quale evocava piazzale Loreto qualche giorno prima della visita a Cagliari. Era il 2017.
La giudice Cristina Ornano ha infatti deciso di sentire le testimonianze del Questore dell’epoca, di un digirente della Digos e un esperto della Polizia postale per capire se il dispositivo di sicurezza allestito in occasione dell’appuntamento organizzato quattro anni fa dalla Lega abbia avuto interferenze dal post pubblicato sui social. Non solo. La giudice ha anche sollecitato di chiedere a Facebook se, oltre all’attivista Mauro Aresu – presente oggi in aula con l’avvocata che lo difende, Marcella Cabras – ci fossero altri “amministratori” autorizzati a scrivere nel gruppo dove è comparso il post contro Salvini.
Ascoltati nella scorsa udienza i principali testimoni dell’accusa, tra i quali lo stesso leader leghista e il
coordinatore regionale del Carroccio, il deputato Eugenio Zoffili, ora la giudice vuole sapere dalle forze dell’ordine gli effetti causati dal post sul dispositivo di sicurezza predisposto per la manifestazione. Da chiarire, inoltre, se Aresu fosse l’unico amministratore autorizzato a scrivere sul gruppo (a cui aderivano 5 mila utenti), così da accertare se sia stato lui materialmente a pubblicarlo.
L’estensione dell’istruttoria chiesa dalla giudice Ornano potrebbe durare a lungo e per questo l’avvocata di parte civile, Flavia Eccher del Foro di Trento, ha sollecitato l’interruzione dei termini di prescrizione. Una richiesta che, però, è stata rigettata dal Tribunale perché non prevista dalla norma. Il processo è stato quindi aggiornato al’1 luglio per convocare i tre testimoni della Polizia.